Berlusconi: “Se Marini non passa il Pd si spacca e Bersani va a casa”

Pubblicato il 18 Aprile 2013 - 09:19| Aggiornato il 24 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA –  “Non so se il Pd regge e se domani avranno lo stesso segretario…”. Il dubbio Berlusconi lo espone a tarda sera ai suoi collaboratori, quando ormai il nome di Franco Marini è dato per ufficiale come candidato concordato tra centrosinistra e centrodestra per il Quirinale. Berlusconi, quel nome, riesce a farlo digerire ai suoi, promette che verrà votato anche dalla Lega. Marini, poi, convince anche Scelta Civica. Il problema è il Pd. Il nome dell’ex segretario Cisl divide il partito: non piace alla presidente Bindi, non piace a Sandra Zampa, prodiana, Renzi lo boccia apertamente, Vendola protesta pubblicamente. Il Pd è a un passo dalla rottura, la leadership di Bersani fortemente compromessa.

Il dubbio, che forse è una speranza, di Berlusconi è proprio qui: ha trattato per settimane con un segretario che forse ha le ore contate, un altro nome sarebbe pronto a un accordo? Ma la spaccatura del Pd, se si concretizzasse, aprirebbe un’autostrada per le elezioni. Secondo il Messaggero il “piano B” a questo punto sarebbe quello di votare Marini, ma avendo fiducia che tra franchi tiratori e proteste varie si arrivi alla quarta votazione. Quando il Pd potrebbe, per ricompattarsi, votare con i soli propri voti il nome di Massimo D’Alema. Il quale potrebbe in un colpo solo levare di mezzo Bersani e il rottamatore Renzi: “Si va ad elezioni – sarebbe il ragionamento di Berlusconi – e con questa sinistra non ce la fa nemmeno Renzi”.