Divo Nerone, musical delle larghe intese? I produttori, Zingaretti, Berlusconi…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Giugno 2017 - 06:58 OLTRE 6 MESI FA
Divo Nerone, il musical delle larghe intese? I produttori, Zingaretti, Berlusconi...

Divo Nerone, il musical delle larghe intese? I produttori, Zingaretti, Berlusconi…

ROMA – Divo Nerone, il musical delle larghe intese? I produttori, Zingaretti, Berlusconi… La stroncatura senza appelli vale per la performance, per l’opportunità della scelta della location, per la dubbia dignità artistica, per lo sperpero di denari pubblici… Divo Nerone Opera rock, il mega musical allestito negli spazi (“sacri” li chiama Corrado Augias) del Palatino a Roma ispirato all’imperatore più controverso si è rivelato un mezzo fiasco a dispetto della gran cassa pubblicitaria, il super finanziamento della Regione, il patrocinio del Mibact, la deroga generosamente accordata dalle altrimenti severissime Soprintendenze.

Il ministro Dario Franceschini si copre di vergogna. A proposito del mega palco di 14 metri conficcato nel cuore dei resti più preziosi della civiltà romana dice ora di “averlo visto solo in foto, se è troppo grande l’anno prossimo non si farà”.

Di sicuro l’impresa Nero Divine Adventure spa, appositamente costituita nell’ottobre del 2016, si è guadagnata petizioni contrarie online, denunce di consiglieri comunali, vari articoli di inchiesta di cui uno con la firma di Sergio Rizzo del Corriere della Sera.

Rizzo, analizzando la composizione azionaria della società, pone più di un interrogativo, a partire dalla sproporzione lampante tra i 50mila euro sborsati dai soci privati (i fratelli “berlusconiani” Casella hanno versato “in natura” il resto ) e il milione e passa di euro della regione Lazio di Nicola Zingaretti per sottoscrivere l’aumento di capitale e il prestito obbligazionario convertibile (14 milioni è stata valutata la società considerando il potenziale in biglietti e diritti di sfruttamento) e assicurarsi l’11% di azioni di Nerone Divine.

La società regionale mette sul piatto per il nuovo incendio di Roma un milione 50 mila euro pubblici, contro i 60 mila privati tirati fisicamente fuori dagli ideatori di un’operazione che così congegnata diventa ancor più indigeribile. Era al corrente il ministero dei Beni culturali del governo di larghe intese, quando ha dato il benestare, che oltre a dover passare un’estate intera con un ecomostro di quella fatta piazzato sul Palatino l’avremmo anche pagato noi? (Sergio Rizzo, Corriere della Sera)

Con arguzia un po’ sibillina Sergio Rizzo affaccia un altro interrogativo e implicitamente offre la possibile risposta con quel “governo di larghe intese” buttato lì a mo’ di promemoria. I fratelli Casella, produttori che hanno fatto carriera cominciando con Berlusconi di cui per anni hanno diretto la comunicazione, rappresentano uno dei vertici del curioso triangolo che comprende il Pd del “comunista” Zingaretti e lo stesso Cavaliere.

Marco Casella è stato a lungo il leader dei giovani di Forza Italia, mentre la società di cui Cristian è il maggior azionista ha lavorato per palazzo Chigi con Silvio Berlusconi premier gestendo pure la comunicazione politica del Cavaliere: fra gli azionisti, fino al 2008 e prima di essere eletta in parlamento con il Pdl, c’era anche l’attuale ministra della Salute Beatrice Lorenzin. Altri tempi. Un anno fa la 2b Team Group ha notificato a Forza Italia un pignoramento dei beni rivendicando il pagamento di 847.636 euro relativi a contratti mai onorati dal partito. (Sergio Rizzo Corriere della Sera).

A pensare male, diceva Andreotti…