Sandy vista da una casa nel New Jersey estratto da una e mail di un giovane emigrato a Wall Street.
Sandy ci preso come i birilli del bowling, siamo nella merda vera, senza luce né benzina per almeno altri sei giorni, e io che non so come fare per andare a Manhattan, perché la Borsa non si ferma, SAndy o non Sandy.
Ci sono cataste di alberi abbattuti da segare e rimuovere, oltre a quelli pericolanti da abbattere, prima di ricominciare a tirare su i fili, che questi coglioni di americani lasciano sospesi come nel West cento anni or sono e non vogliono mettere sottoterra come si fa nelle nazioni evolute. Almeno in questo l’Italia è 100 anni avanti. Solo quando qualche sventurato gruista scava male e taglia i fili dalla pancia delle strade…
Non viaggiano i treni, gli aeroporti della zona sono semichiusi e andare in auto è impossibile perché quando arrivi non trovi più benzina, essendo i distributori fermi senza la corrente.
Niente internet, i cellulari funzionano a chiazze.
Mi racconta un vecchio vicino di casa che non avevano mai visto niente di simile neppure in South Caroline dove l’uragano Hugo spazzò via Charleston. Sono scene da terremoto di Kobe.