Lega e M5S, schermaglia per un Governo, mentre sbarchi e terroristi incombono

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Marzo 2018 - 12:04 OLTRE 6 MESI FA
Lega e M5S, schermaglia per un Governo, mentre sbarchi e terroristi incombono

Lega e M5S, schermaglia per un Governo, mentre sbarchi e terroristi incombono

Come finirà fra Lega e M5S? Ci sarà un Governo e che Governo ci sarà?

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Lo scontro scoppiato mercoledì 28 marzo, tra il leader del Movimento 5 stelle (M5s), Luigi Di Maio, e quello della Lega, Matteo Salvini, su chi debba essere il primo ministro in un possibile Governo di coalizione tra i due partiti populisti usciti vincitori dalle recenti elezioni in Italia, fa temere che le trattative che dovrebbero iniziare formalmente la prossima settimana sotto la supervisione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rischiano di andare molto per le lunghe e alla fine rivelarsi infruttuose, sostiene il quotidiano economico britannico “Financial Times” in un articolo in cui il suo corrispondente da Roma James Politi fa il punto della situazione politica italiana.

In realtà, spiega Politi, per entrambi i partiti una possibile coalizione al governo rappresenta un rischio: Di Maio in particolare deve affrontare la rivolta della base del M5S, che preferirebbe un’alleanza con lo sconfitto Partito democratico di centrosinistra e inorridisce alla prospettiva di un qualsiasi patto di governo che includa Silvio Berlusconi, l’ex primo ministro italiano alleato con la Lega di Salvini nella coalizione di centro destra che unita ha ottenuto il 37%dei voti, superando il 32% ottenuto dai Cinquestelle.

Parallelamente, se Salvini concedesse la premiership al M5S in un accordo di governo, metterebbe a rischio il suo progetto di consolidare la primazia della Lega nella destra italiana e in futuro attrarre gli elettori fin qui rimasti leali a Berlusconi.

In attesa che un Governo prima o poi nasca, intanto, a preoccupare i vincitori delle elezioni c’è anche l’attualità, che continua a essere gestita dal governo del premier Paolo Gentiloni in carica per gli affari correnti: i recenti colpi assestati dalla polizia e dai servizi segreti italiani alle reti jihadiste presenti nel paese hanno spinto Salvini a chiedere che sia immediatamente bloccato il flusso dei migranti che arrivano nei porti italiani, adducendo appunto gli “altissimi rischi di terrorismo”. “Vogliamo che sia messo in atto un ferreo controllo delle nostre frontiere marittime e terrestri e la sospensione di tutti gli sbarchi sulle nostre coste”, ha detto Salvini.

Durante la recente campagna elettorale il leader della Lega aveva dichiarato di voler deportare nei loro paesi i circa 600 mila immigrati clandestini attualmente presenti in Italia e aveva duramente criticato l’operato delle navi delle organizzazioni non-governative umanitarie che raccolgono i migranti al largo delle coste della Libia.

Giovanni Toti, presidente della Liguria, intanto ha ribadito: Salvini è il premier in pectore.
“Salvini è il premier in pectore perché rappresenta il 37% degli italiani. Se rompesse con FI tornerebbe al 18”. In merito al rapporto fra M5S e Lega aggiunge: “Serve un percorso di avvicinamento e ognuno deve smussare le proprie posizioni”.

Quindi spiega: “Di Maio ha ottenuto un ottimo risultato ma non ha vinto e, visto che non ha la maggioranza, non può pretendere Palazzo Chigi. Se dimostrerà buon senso lavorando con il centrodestra su un percorso condiviso allora qualche speranza ancora c’è”. Toti si dice sicuro della sincerità di Salvini quando sostiene che dai Cinquestelle non accetterà veti su Forza Italia: “Lo fa per il proprio interesse”, spiega.

Sull’ipotesi di un appoggio esterno del PD a un governo di centrodestra invece spiega:”Sarebbe pericoloso per il centrodestra allearsi con il Pd. In questo modo daresti la golden share del governo al partito che ha perso”.