Parigi, l’America si defila: da Obama fino all’Onu. Renzo Cianfanelli, Secolo XIX

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Gennaio 2015 - 17:01 OLTRE 6 MESI FA
(foto Ansa)

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ROMA – “Ma perché il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon e Barack Obama non erano a Parigi?” si chiede e scrive Renzo Cianfanelli del Secolo XIX. ” Alla Casa Bianca – scrive Cianfanelli – si spiega che gli Stati Uniti nella marcia di Parigi contro il fanatismo e il terrorismo (la più grande manifestazione popolare dal lontano ’68, con quasi 3 milioni di persone e oltre 40 fra capi di Stato e di governo), l’Amministrazione americana è stata rappresentata dal procuratore generale Eric Holder”.

Cianfanelli sul Secolo XIX scrive:

In ogni caso, in rappresentanza del governo degli Stati Uniti, alla marcia ha preso parte l’ambasciatrice accreditata a Parigi, Jane Hartley. A titolo, per così dire, di compensazione per la non-presenza al massimo livello dell’America a Parigi, il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, comunque fa sapere che il 18 febbraio gli Stati Uniti, in casa loro e precisamente a Washington, terranno un importante summit sul tema della lotta «contro l’estremismo violento». Che significa in concreto? La domanda, rivolta da uno dei reporter presenti al briefing quotidiano, riceve una spiegazione al tempo stesso prolissa e nebulosa. L’avvenimento, annuncia Mr Earnest, servirà a «evidenziare gli sforzi a livello nazionale e internazionale per prevenire gli estremismi violenti, e la radicalizzazione di eventuali sostenitori, aventi il fine di reclutare o ispirare individui o gruppi, negli Stati Uniti o altrove, inducendoli a commettere atti di violenza. Si tratta di sforzi resi sempre più pressanti alla luce dei recenti, tragici attacchi di Ottawa, Sydney e Parigi».

La frase, o meglio il groviglio di frasi, è quasi incomprensibile. Di sicuro, la presenza di livello pressoché invisibile della superpotenza americana nella marcia di Parigi è parsa a molti dei presenti un segno di distacco non rassicurante degli Stati Uniti dalle vicende dell’Europa. Non pochi fra i presenti, inoltre, hanno notato che, mentre alla manifestazione anti-terrore si sono messi in primo piano il segretario generale della Nato, quasi tutti i principali governanti dell’Unione Europea, e quelli di alcuni dei paesi africani più esposti alla minaccia terroristica, una presenza significativa era quella dell’Ucraina (con il presidente Petro Poroshenko) e soprattutto della Russia, per la quale in rappresentanza di Putin è venuto il ministro degli esteri Lavrov.