Salvini il bullo piace agli italiani: Sea Watch, 2 su 3 sono con lui, per Carola 1 su 5

di Sergio Carli
Pubblicato il 7 Luglio 2019 - 06:10| Aggiornato il 25 Agosto 2019 OLTRE 6 MESI FA

Salvini il bullo piace agli italiani: Sea Watch, 2 su 3 sono con lui, per Carola 1 su 5 (Foto Ansa)

Salvini è urticante e fastidioso col suo bullismo, ma gli italiani li adorano. Due terzi di noi approvano la sua linea, solo un terzo disapprova. Che poi a conti fatti sia tutta aria fritta, che non ci sia, dietro i tweet di Salvini nessuna preparazione, nessuno studio, nessuna strategia se non quella di gridare al lupo, per la maggioranza degli italiani non fa differenza. Tutto questo non ci dovrebbe stupire. Mussolini (e anche Hitler) andò al potere col consenso popolare; un terzo degli italiani per quasi mezzo secolo ha sognato di imprigionarci nel Paradiso del lavoratori e molti orfanelli ancora non se ne sono fatti una ragione. 
L’ultimo sondaggio di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera  ce lo conferma. Con un tifo da curva sud gli italiani hanno seguito in massa la vicenda della Sea Watch 3 e della sua comandante femmina Carola Rackete che poi a vederla più che una tedesca sembra una meridionale. Ma dicono gli storici moderni (Peter Heater) che in Germania prima dei biondi nibelunghi a arare la terra c’erano già loro, i meridionali, che all’epoca si chiamavano liguri e occupavano l’Europa dall’Atlantico all’Elba.

Lo stesso livello di attenzione lo aveva ottenuto nel settembre scorso una vicenda analoga, quella della nave Diciotti. Fu anche quella una occasione per Salvini per fare una figuraccia ma anche l’inizio di una relativamente breve marcia che gli ha fatto raddoppiare i consensi e i voti, dalle politiche di marzo 2018 alle europee del 2019.

Oggi come allora, sentenzia Pagnoncelli in base al suo sondaggio, “gli italiani si confermano nettamente a favore della linea della fermezza che impedisca gli sbarchi sul territorio italiano dei migranti soccorsi in mare dalle navi delle organizzazioni umanitarie: il 59% si dichiara molto (34%) o abbastanza (25%) d’accordo, mentre il 29% è contrario. Dieci mesi fa i favorevoli erano pari al 61%. Oggi l’accordo è plebiscitario”.

Il consenso, nota Pagnoncelli, è “particolarmente elevato tra le persone di oltre 35 anni, tra i lavoratori autonomi e gli operai. E i credenti che partecipano alla messa con frequenza elevata, esprimono un livello di accordo in linea con il dato complessivo, mostrando di stare più dalla parte di Salvini che di papa Francesco”.

Nella vicenda Sea Watch le opinioni degli italiani sono “molto diversificate”, anche se le responsabilità principali vengono addossate più alla ong (30%) che al governo italiano (18%). E la maggioranza degli italiani (53%) sta con «il capitano» Salvini, mentre il 23% si schiera con la capitana Rackete, e uno su quattro (24%) non si pronuncia.

Evoluzione negativa della reputazione delle ong: “Da quando nel 2017 furono definite da Luigi Di Maio «taxi del mare», hanno perso l’immagine positiva e quella sorta di aura di bontà di cui godevano: oggi il 56% degli italiani le considera organizzazioni che agiscono per scopi economici, mentre solo il 22% ritiene che siano mosse da intenti umanitari. A ciò si aggiunge il crollo di fiducia nei confronti delle organizzazioni non profit, che passa dall’80% del 2010 al 39% odierno”.

Il crollo di immagine è generale, non tocca solo le ong implicate nella vicenda dei migranti, ma travolge l’intero settore, “dai servizi alla persona (infanzia, anziani, disabili, ecc.) alla cultura, dallo sport alla cooperazione internazionale”.