Sapone? Abolirlo è l’ultima frontiera no vax: torniamo al paleolitico

di Caterina Galloni
Pubblicato il 9 Agosto 2019 - 06:48 OLTRE 6 MESI FA
Un bambino si lava le mani

Un bambino si lava le mani (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Sapone? Abolirlo, lavarsi con l’acqua come all’età della pietra. Questa è l’ultima crociata dei seguaci della decrescita felice e del no vax: dopo i carboidrati, tocca ai detergenti. Non servono, ci sono i germi che abitano nella nostra pelle, sostengono i seguaci di questa nuova teoria. I quali garantiscono anche che non fare uso del sapone non ha conseguenze, in altre parole, senza lavarsi col sapone o altri detergenti non si puzza. David Whitlock non fa la doccia o il bagno da 15 anni, eppure il corpo non emana odore sgradevole.”Nei primi mesi era particolare ma poi non l’ho più sentito”, ha detto al Guardian. 

“Se una determinata parte del corpo è sporca la lavo” ma mai con il sapone. Oltre ai germi, il sapone elimina il film idrolipidico cutanoo che protegge la pelle e ne altera il livello di pH. Non usare il sapone, dice, è un modo per incoraggiare i microbi benefici a vivere su di lui in simbiosi armoniosa. I batteri si nutrono dell’ammoniaca del sudore, il che permette di ottenere un’epidermide che non richiede troppe attenzioni ed è equilibrata. Da tempo i produttori di sapone sostengono che i vari detergenti e anche gli shampoo non servono a nulla, anzi fanno danno. La pelle si secca, i capelli cadono.

Va bene solo il sapone detto di Marsiglia. Contiene tutti gli elementi detergenti, nutritivi, autoimmuni, di cui ha bisogno la pelle. Si chiama di Marsiglia perché è il sapone che mastri saponieri genovesi insegnarono ai francesi nel ‘600 quando Colbert, ministro delle finanze del Re Sole, volle sviluppare un polo industriale del sapone a Marsiglia. Per i genovesi è solo un esempio di come i francesi, da Luigi XIV a Napoleone a Macron hanno calpestato i diritti degli italiani. Con la campagna no soap, però, il campo si allarga. Niente detergenti, niente sapone è il mantra di Sarah Ballantyne, nota anche come paleo mum, paleo mamma, per la sua crociata a sostegno della dieta che si ritiene seguissero gli esseri umani all’età della pietra, paleolitici appunto. Anche lei per lavarsi usa solo acqua e fa ricorso “all’olio di cocco per radermi.

Nel tempo, la pelle si è adattata. Non sento odore”. Sta lavorando a un libro sul microbioma umano ed è convinta che le sue ascelle prive di odore siano la prova che il suo microbioma cutaneo è sano. La paleo diet, la dieta paleolitica, è basata sull’assunto che i primi uomini, che vivevano di caccia, pesca e di quanto raccoglievano dalla terra senza coltivarla, noti oggi come hunters-gatherers, cacciatori raccoglitori, non conoscessero i carboidrati. Una specie di età felice e libera, in cui gli esseri umani primitivi scorrazzavano nelle savane dell’Africa, nelle steppe d’Europa e Asia, vivendo del cacciato e pescato del giorno. Questa filosofia, se così la si può chiamare, si inserisce nel filone ideologico della decrescita felice e trova sostegno nei calcoli arditi di alcuni economisti per determinare quante ore di lavoro ci volessero per procurarsi l’equivalente nutritizio di un chilo di farina. Vinceva la vita del cacciatore. Su questo calcolo teorico si sono inseriti vari venditori di fumo per i quali a nulla è valso il ragionamento che se l’umanità vivesse ancora come all’età della pietra, molto pochi di noi sarebbero al mondo.

Basta vedere in che condizioni vivono, sussidiati, gli ultimi hunters-gatherers dell’Africa, per rendersi conto delle sciocchezze sostenute da costoro. Tra le persone interpellate dal Guardian c’è Jackie Hong, una giornalista che vive nello Yukon, nord-ovest del Canada. Da nove anni fa la doccia senza usare il sapone. “Strofino il corpo con le mani, d’altra parte sono sempre seduta in tribunale o alla scrivania per cui non sono bombardata dalla sporcizia”. E’ rimasta incuriosta da questa pratica dopo che un artista le ha detto che da vent’anni non usava sapone. Sostiene di risparmiare tempo e denaro e avere bisogno di “meno creme per il corpo”.

“Non c’è niente di sbagliato nel solo risciacquo”, afferma Sandy Skotnicki, dermatologa di Toronto e autrice del libro “Beyond Soap” del 2018. “Ho parlato con persone che da anni non usano alcun tipo di detergente e stanno perfettamente a posto”. Afferma che dal 1950, siamo passati dal bagno una volta alla settimana a quello quotidiano. “Ciò ha cambiato il nostro microbioma cutaneo? Penso che la risposta sia sì. Ha causato un aumento delle malattie infiammatorie della pelle? Penso che la risposta sia sì, ma non ne abbiamo idea”. Ma, come dice il proverbio, tutti i salmi finiscono in gloria. Anche le più rigorose scelte etiche si tingono di verde, il colore del dollaro. Così David Whitlock nel 2013 è diventato co-fondatore della la società AOBiome e ha lanciato uno spray: Mother Dirt AO + Mist, pubblicizzato per ripristinare i batteri benefici dell’epidermide, Non contiene i batteri ammonio-ossidanti ma è stato specificamente formulato per promuoverne la crescita.

Poiché la maggior parte delle persone desidera ancora fare la doccia e vuole acquistare ottimi prodotti per la pelle, la gamma Mother Dirt ora include prodotti per i capelli, viso e corpo privi di conservanti e detergenti. Whitlock aveva sperato di acquisire naturalmente questo tipo di batteri semplicemente smettendo di lavarsi. Non ha raggiunto l’obiettivo ed emanava cattivo odore. A quel punto ha prelevato dei batteri dal terreno di una fattoria locale e li ha nutriti con ammoniaca e minerali. Quando hanno trasformato l’ammoniaca in nitrato, ha capito di aver ottenuto ciò a cui mirava: ha iniziato a restringerli in un unico ceppo che sembrava trovarsi molto bene sulla pelle umana. Dopo aver applicato la coltura di batteri ha smesso di emanare cattivo odore. Per Whitlock, un ex ingegnere chimico che vive a Cambridge, nel Massachusetts, non lavarsi è stato un serio esperimento scientifico, il cui successo lo ha portato a diventare un pioniere nella rivoluzione della cura della pelle con prodotti senza sapone, probiotici, che rispettano il microbioma. L’ispirazione è arrivata cercando di capire perché i cavalli si rotolano nella terra. La conclusione? Si comportano in questo modo per proteggere la flora batterica della loro epidermide e rendere la pelle meno sensibile alle infezioni.