Jean-Paul Belmondo è morto, l’attore francese aveva 88 anni. Fu protagonista ne Il Clan dei marsigliesi e Fino all’ultimo respiro 

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Settembre 2021 - 16:50 OLTRE 6 MESI FA
Jean-Paul Belmondo morto

Jean-Paul Belmondo è morto, l’attore francese aveva 88 anni. Fu protagonista de Il Clan dei marsigliesi e Fino all’ultimo respiro (foto ANSA)

E’ morto a 88 anni l’attore francese Jean-Paul Belmondo. Uno dei simboli del cinema francese, incarnava l’antieroe, diventando interprete tra i più amati dal pubblico e da registi come Jean-Pierre Melville, François Truffaut e Jean-Luc Godard. L’attore è stato, tra gli altri, protagonista del film ‘Il Clan dei marsigliesi’ con Claudia Cardinale.

Chi era Jean-Paul Belmondo

Nato a Neuilly sur Seine, alle porte di Parigi, aveva sangue italiano nelle vene. Il padre era uno scultore di buona fama, Paolo Raimondo. L’esordio cinematografico avvenne nel 1956 con il cortometraggio Molière di Norbert Tildian. Ma il film che lo consacrò come uno dei maggiori attori francesi presso pubblico e critica fu Fino all’ultimo respiro (1960) di Jean-Luc Godard, che lo aveva già diretto precedentemente nel cortometraggio Charlotte et son Jules. Dopo il successo con il film di Godard, Belmondo viene contattato da Claude Sautet per recitare accanto a Lino Ventura nel suo noir Asfalto che scotta (1960), molto apprezzato dalla critica.

La carriera cinematografica

Il brutto più affascinante del cinema francese, prima di essere catapultato al successo da Fino all’ultimo respiro (À bout de souffle, 1960) di Godard, aveva già interpretato Charlotte et son Jules (1958), un cortometraggio sempre di Godard, e A doppia mandata (1959) di Chabrol. Per il resto, l’attore era apparso in film di scarso rilievo, tra i quali si può forse includere anche Asfalto che scotta (1960), di Claude Sautet. In Fino all’ultimo respiro nasce l’immagine divistica di Belmondo: personaggio scanzonato, malvivente dilettante, simpaticamente truffatore. Da operaio a studente, da contadino a sacerdote introverso, Belmondo si dimostrò un attore di straordinaria versatilità. In Cartouche (1962) di Phllippe de Broca interpretò una sorta di Robin Hood alla francese, e con lo stesso regista bissò, e anzi superò questo successo col magnifico film avventuroso-satirico L’uomo di Rio (1963).

Pur essendo scettico nei confronti del cinema impegnato, Belmondo accettò ugualmente di lavorare con registi difficili che lo avevano visto nascere cinematograficamente. Interpretò Il bandito delle 11 di Godard, Il ladro di Parigi (1967) di Malle, La mia droga si chiama Julie (1969) di Truffaut, Trappola per un lupo (1972) di Chabrol e Stavisky (1974) di Resnais. La ciociara (1960) – con Sophia Loren – La donna è donna (1961), Cartouche (1961), Lo spione (1962), Caccia al maschio (1964), Il ladro di Parigi (1966), La mia droga si chiama Julie di François Truffaut (1969), Borsalino (1970), Il clan dei marsigliesi (1972) e L’incorreggibile (1975) sono tutte pellicole che gli procurarono grande popolarità fra il pubblico e riconoscimenti importanti dalle autorità, come il Cèsar per Una vita non basta (1988) e la Legion d’Onore. Tra i suoi ultimi lavori Amazzonia (2000), la storia di un francese che invecchia e decide di ritirarsi dove è più fitta la foresta amazzonica.