Crisi: un nuovo sciopero generale paralizza la Grecia

George Papandreou

Un nuovo sciopero generale di 24 ore contro l’austerity e la riforma delle pensioni paralizza oggi la Grecia per la quarta volta dall’inizio della crisiIl blocco dei lavoratori non coinvolge però il traffico aereo internazionale e non provoca un blackout informativo.

La protesta, che non sarà l’ultima avvertono i sindacati, ferma traffico marittimo, ferroviario, stradale interurbano e parzialmente quello urbano. Chiude gli ospedali (salvo le emergenze), le scuole (ma non gli esami di ammissione all’università), gli uffici pubblici, i ministeri, le banche.

Non aderiscono alla protesta i controllori di volo per evitare di aggravare la già difficile situazione del turismo, principale voce del declinante Prodotto interno lordo.

Altri settori dell’aviazione civile hanno deciso invece di scioperare, incidendo quindi almeno in parte sui voli interni. Non incrociano le braccia oggi neppure i giornalisti, dopo che voci critiche si erano levate dalla stessa categoria tornata precipitosamente al lavoro il 5 maggio quando tre persone erano rimaste uccise ai margini di una manifestazione durante l’ultimo sciopero generale.

Lo sciopero è stato proclamato dai tre sindacati principali, l’Adedy per i dipendenti pubblici, il Gsee per il settore privato, e il comunista Pame, che hanno anche indetto manifestazioni in tutto il Paese per chiedere la modifica della “riforma antisociale e neoliberale” delle pensioni imposta al governo dalla “troika” Ue, Bce e Fmi.

Sindacalisti e attivisti del Pame hanno occupato simbolicamente il ministero del lavoro, bloccandone l’entrata per chiedere di cancellare i tagli ai salari e alle pensioni. Militanti dello stesso sindacato, secondo i media, hanno compiuto oggi anche un’azione simbolica all’Hotel Hilton di Atene.

Secondo i sindacati la riforma, che dovrebbe arrivare in parlamento a fine mese, ridurrà fino al 15 per cento gli stipendi, innalzando da due a sette anni l’età pensionista degli uomini e, soprattutto, delle donne.

Le rappresentanze dei lavoratori avvertono che ci saranno nuove proteste se il governo non modificherà la legge. A incoraggiare i sindacati sono i sondaggi, che indicano che la maggioranza dei Greci e la quasi totalità dei dipendenti pubblici sono pronti a scendere in piazza.

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