Irlanda, arrestata “Mamma jihad”

Pubblicato il 13 Marzo 2010 - 15:20 OLTRE 6 MESI FA

Una seconda cittadina americana è stata fermata in Irlanda con l’accusa di aver partecipato al complotto per uccidere il vignettista svedese Lars Vilks per le sue strisce sul profeta Maometto. Lei è Jamie Paulin-Ramirez, 31 anni, ha un bimbo di 6 anni e i media americani l’hanno già ribattezzata “Mamma Jihad”, complice di “Jihad Jane”, fermata dalla polizia pochi mesi fa.

Sembra quindi che i casi di donne occidentali che vengono “affascinate” dagli estremisti isalmici via internet sia ormai una tendenza. E’ il caso di Jane e quello di Jamie ma anche di tante altre persone che nel giro di pochi mesi abbracciano l’Islam radicale e sognano di «fare qualcosa».

La storia di Jamie è simile a quella di tante altre donne e uomini come lei. Originaria di Kansas City, si è trasferita in Colorado dove lavora in uno studio medico. Nel 2008 ha iniziato a seguire un corso on-line di Islam e poi a settembre dello scorso anno ha deciso di partire improvvisamente per l’Irlanda portandosi dietro suo figlio di 6 anni. Arrivata nell’isola europea si è unita ad un piccolo gruppo di estremisti decisi ad uccidere un vignettista svedese autore di un disegno blasfemo.

Il piccolo nucleo, del quale faceva parte anche Jane Jihad, è stato però scoperto dalla polizia e neutralizzato prima che potesse agire. La cattura di Jamie Paulin Ramirez è ritenuta dagli esperti la conferma di come si stiano moltiplicando i casi di autoindottrinamento. ù

Persone occidentali – a volte in crisi di identità o problemi familiari – sono affascinati dal qaedismo e pur non avendo alcun contatto con gli ambienti islamisti riescono a stabilirli grazie a Internet. Un legame virtuale che mette insieme elementi che vivono a distanza di migliaia di chilometri. E sono pronti a muovere in nome della nuova causa: sono i nomadi della Jihad.