LONDRA – Dopo l’uccisione del militare a colpi di mannaia Londra ripiomba nella paura terrorismo. La data che evoca più di tutti l’incubo del terrorismo negli abitanti di Londra è il 7 luglio 2005. Quella del più sanguinoso attentato nella storia della città, che viene ricordato come l’11 settembre del Regno Unito. Quattro attentatori suicidi si fanno esplodere nella metropolitana e su un autobus in rapida successione. I morti sono 52 e i feriti quasi 700.
Due settimane dopo, il 21 luglio una seconda serie di attentati simili nelle modalità e negli obiettivi a quelli del 7 luglio viene sventata dall’arresto di alcuni giovani già pronti ad agire, che vengono arrestati dagli agenti dell’antiterrorismo.
La scia di sangue lasciata dal terrorismo a Londra però e lunga e va indietro nei decenni, oltre la matrice islamica. Molti gli attacchi condotti dai terroristi dell’Ira prima e poi dai gruppi paramilitari che non hanno accettato gli accordi di pace in Irlanda del Nord. E Londra diventa il campo di battaglia.
Nel marzo 2001, tra gli episodi recenti, un’esplosione davanti alla sede della Bbc la cui responsabilità viene attribuita al Real-Ira: un ferito. Andando indietro nel tempo, i militanti repubblicani nordirlandesi colpiscono molte altre volte. Nel febbraio 1996 un attentato nella zona portuale di Londra che provoca la morte di due persone. Nell’aprile 1992 un’autobomba con un quantitativo di esplosivo particolarmente grande esplode nel distretto finanziario. In quel caso si contano tre morti e 90 feriti.
Altra bomba dell’Ira nel dicembre 1983, questa volta nei grandi magazzini Harrod’s. Restano a terra sei vittime. Nel luglio 1982 due bombe esplodono nei pressi di Hyde Park e Regent Park uccidendo nove militari e ferendo una cinquantina di persone. L’attentato porta la stessa firma, quella dell’esercito repubblicano irlandese.