ROMA – I tanti pellegrini che ogni anno arrivano a Lourdes devono attraversare strade, piazze, vicoli e marciapiedi gremiti all’inverosimile di bancarelle che vendono rosari, tavolini di bar, stand di ogni tipo e mercanzia. Al punto di pregiudicare seriamente la mobilità di persone spesso in carrozzella, malati con la speranza che la Madonna faccia loro la grazia. Un suk, un caos organizzato da quei mercanti nel tempio che nel Vangelo senza troppi complimenti Gesù scacciava con rabbia.
Sulla stessa linea il nuovo sindaco, Josette Bourdeu, del partito radicale-socialista (Prg) che infatti ha lanciato una crociata per far tornare l’ordine e restituire la dignità spirituale del santo luogo. “La spiritualità deve tornare al centro della città. Lourdes ha bisogno di recuperare il senso della sua storia. I pellegrini vengono da noi per la fede e per ritrovare la loro anima” ha dichiarato giustificando le restrizioni introdotte.
Ma si sa, il “tengo famiglia” non è un concetto di cui abbiamo l’esclusiva in Italia. O a Medjugorie. I commercianti non ci stanno ad abbandonare le loro lucrose attività, rispettare il vincolo di lasciare un corridoio vitale di un metro e mezzo per consentire il passaggio della gente secondo loro significa che dovranno chiudere. Intanto chi trasgredisce deve cacciare 1500 euro di multa. Riuscirà la sindachessa nel miracolo di restituire Lourdes alla sua vocazione più autentica?