ROMA – Le ferrovie tedesche hanno ripreso a funzionare normalmente dalla frontiera austriaca dopo che la Germania ha ripristinato i controlli alle frontiere. Lo ha annunciato un portavoce di Deutsche Bahn (Db), chiedendo l’anonimato e precisando che il servizio è ripreso alle 07:00 locali.
Tuttavia, la linea tra Salisburgo e Monaco di Baviera rimane chiusa tra la città austriaca e la città tedesca di Freilassing in quanto c’è ancora gente sui binari in alcuni tratti.
I treni sono stati sospesi per circa 12 ore dopo la decisione di Berlino di ripristinare provvisoriamente i controlli alle frontiere domenica sera per arginare e controllare il flusso di profughi provenienti principalmente dalla Siria attraverso l’Austria.
13 mila profughi da sabato sono in qualche modo ospitati nella stazione di Monaco di Baviera, in Austria e Ungheria ci sono oltre 4 mila migranti e profughi giunti nelle ultime ore dalla Serbia.
Sulla questione migranti, “la forza di un’alleanza italo-tedesca deve servire a trovare per l’Europa una via d’uscita da questa crisi. Le questioni centrali sono due: l’integrazione nei Paesi privilegiati dai profughi, come la Germania, e i problemi del salvataggio e della prima accoglienza nei Paesi di confine dell’Ue.
La Germania non può essere lasciata sola, e neppure l’Italia”. Così il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un’intervista per Die Welt/Leading European Newspaper Alliance pubblicata su Repubblica. Le divisioni Ue sui profughi e le mie parole su ‘Stati Uniti d’Europa’? Un nuovo impulso potrebbe arrivare all’Europa, secondo il ministro, “nel momento stesso in cui si trova sull’orlo di un baratro. Dopo quanto è avvenuto in queste settimane in Germania, in Austria e in Francia, le viene offerta una nuova opportunità: le decisioni che verranno prese oggi a Bruxelles dai ministri degli interni sono della massima importanza”.
Gentiloni si sofferma ancora su Italia e Germania: “i nostri governi – dice il titolare della Farnesina riflettendo sui migranti – devono far comprendere che questo fenomeno è destinato a protrarsi nel tempo”.
“Non basta far posto a 160mila persone. Dobbiamo arrivare per passi successivi a un diritto d’asilo europeo, mantenendo ovviamente un equilibrio e un’equa distribuzione. È evidente che la meta di chi approda a Kos o a Lampedusa è l’Europa. Solo un diritto d’asilo europeo potrà consentirci di mantenere la libera di circolazione nello spazio Schengen. Anche la politica dei rimpatri dev’essere comune: è un altro problema che non può gravare solo sulle spalle dei Paesi di confine dell’Ue”.
“La Germania e la Svezia – ribadisce Gentiloni – non possono essere lasciate sole a farsi carico dell’accoglienza e dell’integrazione; e lo stesso vale per gli Stati di confine dell’Ue che si trovano ad affrontare la prima accoglienza e i rimpatri”.