Windsor, la tentazione di Elisabetta: lasciare il trono al principe William?

Pubblicato il 16 Dicembre 2009 - 15:57 OLTRE 6 MESI FA

Il principe William

All’improvviso i bookmaker britannici hanno dimezzato le quote sull’annuncio ufficiale di un fidanzamento entro Natale tra il principe William e la sua affascinante girlfriend Kate Middleton, dandolo dunque come più probabile.

Quindi, lunedì, il tabloid londinese Daily Mail ha pubblicato uno scoop: la regina Elisabetta affiderà presto una parte “significativa” dei suoi impegni a William, facendone una specie di “re ombra”.

Infine, martedì,  un altro quotidiano, il Telegraph, ha rivelato che in gennaio il principe effettuerà il suo primo viaggio all’estero come facente le veci di Sua Maestà, nelle due ex-colonie britanniche di Australia e Nuova Zelanda.

Tirate le somme, i royal watchers, gli specialisti della Casa Reale, sono tentati da una scommessa più azzardata di quella sul fidanzamento: l’uomo da decenni destinato a diventare re, il principe Carlo, potrebbe farsi più o meno volontariamente da parte, e al suo posto, accelerando con un’abdicazione i tempi della successione naturale, la sovrana spingerebbe sul trono un re ragazzo, un re giovane, suo nipote William, 27 anni.

È prematuro dire che finirà così. Ma le supposizioni sulla possibilità che la monarchia più chiacchierata del pianeta salti un turno nell’albero dinastico si sono di colpo moltiplicate. Gli interessati smentiscono, e del resto non potrebbero fare altrimenti.

Riducendo le quote sul fidanzamento a Natale tra William e Kate, da 12 a 1 a 6 a 1, gli allibratori si limitano a reagire all’afflusso di scommesse in quel senso. Lo scoop del Mail, corregge un portavoce di Buckingham Palace, riflette solo il fatto che la Regina vuole cominciare a istruire con largo anticipo William sui suoi futuri doveri, ma non ci sarebbe alcuna intenzione di farne una specie di re di riserva, ruolo peraltro svolto già in modo encomiabile da suo padre Carlo.

Quanto al viaggio che William farà il mese prossimo in Australia e Nuova Zelanda in sostituzione della Regina, ecco come lo spiega il suo segretario personale, Jamie Lowther-Pinkerton: «Certo, sarà il primo di molti viaggi di tal genere, ma è una semplice progressione. La priorità del principe rimane la sua carriera militare come pilota per missioni di ricognizione e soccorso. È inevitabile, tuttavia, che col passare degli anni farà di più in rappresentanza della Casa Reale. Sua Maestà vuole che il nipote impari per tempo il mestiere».

Eppure l’eccitazione di sudditi, media e biografi di Corte è palpabile. Già basterebbe il fidanzamento ufficiale di William e Kate a suscitare entusiasmo popolare, per tacere delle conseguenze commerciali: quando un anno fa sembrava che tra i due fosse fatta, nacque in pochi giorni un’industria di souvenir, fotoritratti, gagliardetti ricordo, e non era ancora successo niente. Da allora, i due protagonisti della nuova soap opera reale si sono lasciati e poi si sono rimessi insieme.

Formalizzare la loro unione con un engagement avrebbe senso solo come preludio al matrimonio: e la prospettiva di nozze reali tra il figlio dell’indimenticata principessa Diana e la donna che la stampa inglese chiama «la nuova lady D» fa girare la testa. È dal luglio 1981, quando si sposarono Carlo e Diana, che giornali, televisioni e industria editoriale attendono un altro “matrimonio del secolo”, e da allora i media hanno attraversato tali cambiamenti da farne non una semplice ripetizione, non un déja vu, bensì un evento globale senza precedenti.

Il monito ai paparazzi a rispettare la privacy dei Windsor, il ruolo di “re ombra” che la regina vorrebbe dare al nipote, il viaggio che William farà in Australia e Nuova Zelanda in gennaio (certamente insieme a Kate, se a Natale sarà stato annunciato il fidanzamento), rientrerebbero in un’unica regia che ha l’approdo finale nelle nozze, magari entro il 2010, prima che lei rimanga incinta. «Penso che dietro tutte queste iniziative ci sia William», conferma Ingrid Seward, direttrice del mensile Majesty (Maestà) e una degli osservatori veterani della Casa reale britannica. «Penso che il principe stia preparando il terreno per il suo futuro pubblico insieme a Kate».

Ma se invece preparasse il terreno per qualcosa di ancora più grosso? Se la regina allevasse William non soltanto per fare le sue veci di tanto in tanto, ma per subentrarle sul trono, più presto di quanto ci si aspetti, mettendo da parte suo figlio Carlo? Tre numeri riassumono il dilemma davanti a cui si trova Elisabetta II: 83-61-27. L’età della sovrana, del principe Carlo e di William (così come della sua coetanea Kate). Sua Maestà è in buona salute: partecipa a 400 impegni formali all’anno e continua ad andare a cavallo (sebbene soltanto al passo). È longeva di famiglia: sua madre morì a 101 anni. Potrebbe dunque regnare ancora un paio di decenni.

In ogni caso, non ha mai manifestato la minima intenzione di abdicare per lasciare il posto al suo primogenito Carlo, che a forza di aspettare sfiora ormai l’età della pensione. Il noto problema è che, nell’attesa, i suoi guai si sono moltiplicati: il divorzio da Diana per la scoperta che “in questo matrimonio siamo in tre” (lei, lui e l’amante Camilla), la tragica morte di lady D, le controverse seconde nozze con Camilla, le polemiche che accompagnano spesso le campagne dell’erede al trono su architettura, urbanistica, ecologia.

I sondaggi indicano che la maggioranza della popolazione (intorno al 70 per cento) mantiene intatto il sostegno alla monarchia; ma indicano anche che Carlo è poco amato rispetto alla madre e assai meno amato del proprio figlio. I commentatori britannici predicono che Carlo, estroverso e un po’ eccentrico, difficilmente guadagnerebbe maggiori consensi come sovrano, specie se diventasse re alla soglia dei 70 anni o oltre, come appare possibile.

Elisabetta aveva 26 anni quando salì al trono, nel 1952: potrebbe dispiacerle lasciare il suo regno a un re vecchio. D’altra parte, la sovrana sa benissimo che la macchia lasciata sulla reputazione del primogenito dal tradimento e dalla morte di Diana necessita tempo per essere dimenticata, se non perdonata. Insomma, Carlo non poteva diventare re troppo presto, a causa di Diana; e rischia di diventarlo troppo tardi, per la longevità della madre.

Di qui la tentazione di abdicare, costringere Carlo a rinunciare al trono e consegnare la monarchia a un re giovane: un piano per di più da eseguire relativamente in fretta, perché William comincia a perdere i capelli e a somigliare al padre, non è più bello com’era da piccolo, non resterà giovane per sempre. Come mossa di marketing sarebbe perfetta per la “ditta”, l’affettuoso ma anche ironico nomignolo con cui gli inglesi chiamano la Casa reale, ma nessuno sa cos’ha davvero in testa Elisabetta II.