A Piazza San Pietro le docce vaticane per i senzatetto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Novembre 2014 - 11:42 OLTRE 6 MESI FA
A Piazza San Pietro le docce per i senzatetto

Foto LaPresse

ROMA – Tre docce per i senzatetto costruite in Piazza San Pietro, proprio nel colonnato del Bernini. Questo il progetto che il vescovo Konrad Krajewski, elemosiniere di Papa Francesco, sta portando avanti a Roma. Non solo a San Pietro, il vescovo si è impegnato perché anche in una decina di parrocchie romane, nelle zone più frequentate da clochard, vi sia almeno una doccia per permettergli di lavarsi.

Andrea Tornielli su La Stampa spiega che tutto nasce dall’incontro da il vescovo, che i clochard chiamano don Corrado, e Franco, un senzatetto sardo di 50 anni:

“«Padre, non posso venire con te  al ristorante, perché puzzo..». Franco è un clochard di origini sarde con la barba ispida e grigia, e la pelle rovinata dal sole. È stato lui, nei primi giorni d’ottobre, a spiegare al vescovo che lo invitava a cena per festeggiare il compleanno, quale sia la necessità maggiore per i senza tetto di Roma: «Qui nessuno muore di fame, un panino si rimedia ogni giorno. Ma non ci sono posti dove andare in bagno e dove lavarsi»”.

Il vescovo si è così attivato per aiutare i senzatetto:

“Il messaggio viene immediatamente recepito: lunedì 17 novembre inizieranno i lavori per realizzare tre docce all’interno dei bagni per i pellegrini che si trovano sotto il colonnato di San Pietro. Saranno dedicate ai senza tetto che bazzicano nei dintorni della basilica. Potranno lavarsi e cambiare la loro biancheria sotto le finestre del palazzo apostolico. E su invito dell’elemosiniere del Papa, già una decina di parrocchie romane nei quartieri più frequentati dai clochard hanno realizzato delle docce da mettere a loro disposizione”.

Oltre i bagni in piazza San Pietro, il vescovo si è impegnato perché in una decina di parrocchie a Roma siano messe a disposizione dei clochard delle docce:

“«Nel Vangelo Gesù usa sempre la parola “oggi”… Ed è oggi che dobbiamo rispondere al bisogno». Così decide di visitare una decina di parrocchie romane, nel cui territorio stazionano molti clochard. Entra nei locali parrocchiali. Se non ci sono già, chiede che vengano realizzate delle docce, pagate con la carità del Papa. Non si tratta di progetti dispendiosi, non devono diventare grandi centri di aggregazione. Piuttosto un servizio capillare, destinato alle persone del quartiere, in una città dove i bagni pubblici sono chiusi e i senza tetto non possono entrare nei bar per andare la toilette.

«Non è semplice – spiega monsignor Krajewski – perché è più facile preparare dei panini che gestire un servizio di docce. Servono dei volontari, servono gli asciugamani, serve la biancheria». Ai parroci don Corrado dice: «Paga il Santo Padre!». E la Provvidenza non manca di farsi sentire. Andrea Bocelli, con la sua fondazione, stacca un assegno consistente. Un senatore del Nord fa intervenire un’impresa che regala i lavori per realizzare le docce nelle parrocchie che ne sono sprovviste”.

Nessuna insegna però nelle docce nel colonnato:

“Nelle docce all’ombra del Cupolone, come in quelle nelle varie parrocchie della capitale, non ci saranno insegne esterne. Il servizio è pensato a dedicato per coloro che già vivono nella zona, per decongestionare i grandi centri di assistenza. L’elemosiniere del Papa sta cercando di coinvolgere gli allievi di una scuola per parrucchieri, così da poter offrire di tanto in tanto, oltre alla doccia, anche il taglio dei capelli. Potersi lavare e tenersi ordinati renderà i clochard – anzi i «pellegrini senza tetto», come li chiama don Corrado – meno vulnerabili alle malattie che si trasmettono con la sporcizia. A cominciare da Franco, che quel pomeriggio di un giorno assolato d’ottobre si vergognava di essere invitato a cenare al ristorante”.