Aborto, la commissione Piemonte: “250 euro al mese a chi rinuncia”

Pubblicato il 15 Febbraio 2012 - 19:59 OLTRE 6 MESI FA

TORINO – Un contributo di 250 euro mensili per 18 mesi alle donne che rinunceranno all’interruzione volontaria di gravidanza: e’ la misura alla quale sta lavorando la Regione Piemonte per contribuire a ridurre gli aborti determinati da ”motivi economici”.

L’iniziativa ha vissuto oggi il primo passaggio istituzionale in Commissione Bilancio del Consiglio Regionale dove il leader della componente Progett’Azione del Pdl, Gian Luca Vignale, ha presentato un emendamento alla Legge Finanziaria regionale che prevede, appunto, un sostegno economico alle donne che decideranno di portare avanti la gravidanza.

La misura e’ condivisa dalla maggioranza di centrodestra Pdl-Lega Nord, ma l’approvazione definitiva del sostegno economico alle donne avverra’ solo dopo l’esame in Consiglio Regionale. L’emendamento, infatti, e’ stato approvato oggi in Commissione con i voti del solo Pdl, perche’ l’opposizione di Centrosinistra e la Lega hanno chiesto che l’emendamento sia esaminato dall’Aula.

In particolare, la Lega – ha spiegato il capogruppo del Carroccio in Consiglio Regionale, Mario Carossa – intende modificarlo, per esempio, per agganciare il sostegno economico alla effettiva residenza delle donne in Piemonte da almeno tre anni.

La stessa Commissione, inoltre, con i voti della Lega e del Pdl ha bocciato un altro emendamento, presentato dal consigliere regionale del Pd, Gianna Pentenero, che prevedeva l’istituzione di un fondo per le gestanti in difficolta’ economica a partire dal quarto mese, rendendo cosi’ il contributo economico indipendente dalla rinuncia o meno all’aborto.

A questo emendamento la stessa maggioranza Pdl-Lega aveva presentato un sub-emendamento che, benche’ approvato da Pdl e Carroccio, e’ poi decaduto insieme all’ emendamento principale.

Sul piano politico, durante il dibattito, sia Lega, sia Pd hanno dichiarato la propria disponibilita’ a ritirare tutti gli emendamenti per evitare – hanno spiegato Carossa e il capogruppo del Pd, Aldo Reschigna – che un tema cosi’ delicato, come quello del sostegno alla maternita’, fosse trattato con un emendamento alla Legge Finanziaria e non con uno specifico disegno di legge.

Il modello ipotizzato da Vignale prevede che la futura madre, una volta scelto di rinunciare all’aborto, concordera’ con il consultorio un progetto personalizzato che tenga conto dei bisogni effettivi della donna e del bambino. Le beneficiarie riceveranno una carta prepagata sulla quale ogni mese verra’ caricato il contributo regionale.

Il fine del nostro emendamento – affermano i consiglieri della componente Progett’Azione del Pdl – e’ di rimuovere ogni ostacolo economico alla vita, visto che secondo i dati del ministero la maggior parte delle interruzioni di gravidanza e’ dovuta a problemi economici.

”Siamo senza ombra di dubbio per il totale sostegno alla vita – spiega Carossa – ma e’ necessario specificare bene il concetto di residenzialita’ delle donne che avranno diritto al contributo, per non creare una sorta di mobilita’ passiva della gravidanza verso il Piemonte. Inoltre bisognera’ evitare furbizie o utilizzazioni anomale della misura di sostegno. Insomma – conclude – vogliamo evitare che qualcuno ‘ci marci”’.

Per Reschigna, ”e’ avvilente affrontare un tema cosi’ importante, come quello della maternita’ responsabile, con un emendamento”, che – secondo Pentenero – e’ ”sbagliato e ideologico”. ”L’impressione vera – conclude Reschigna – e’ che si tratta, come avvenuto in altri casi, di un emendamento che e’ solo uno spot pubblicitario perche’ non prevede alcuna risorsa per essere gestito”.