Alluvione e frane in provincia di Messina: 150 famiglie evacuate

Pubblicato il 24 Novembre 2011 - 20:52 OLTRE 6 MESI FA

MESSINA, 24 NOV – Saranno una settantina, tutti giovani volontari, con secchi e badili, a spalare il fango per le strade di Barcellona Pozzo di Gotto, una delle città più colpite dall'alluvione che si è abbattuta su Messina e provincia. Ogni tanto guardano in su, verso il cielo che promette altra pioggia e che tiene aperta la ferita di questi luoghi, dove martedi' sono morte tre persone sepolte nel fango di Scarcelli, la frazione di duecento abitanti nel Comune di Saponara.

Una di quelle vittime, Luigi Valla, operaio di 55 anni, non è stato ancora estratto dal cumulo di macerie che ha ucciso anche suo figlio Giuseppe, 28 anni, laureando in medicina. La salma del giovane, invece, e' stata portata ieri all'obitorio del Policlinico di Messina, insieme ai resti dell'altra vittima della tragedia, il piccolo Luca Vinci, 10 anni, strappato dalla furia delle acque alla madre Piera, incinta, che tentava di metterlo in salvo nella disperata fuga dalla loro casa, inghiottita dal fango.

A Saponara la minaccia della natura e' tutt'altro che finita: il sindaco Nicola Venuto, che ieri aveva disposto l'evacuazione di 12 famiglie, oggi ha ordinato ad altre cento di lasciare le loro abitazioni. Dieci nuclei familiari sono stati fatti sgomberare anche a Rometta Marea, 30 a Barcellona Pozzo di Gotto, dove nuove frane e smottamenti si sono verificati nella frazione Migliardo, tanto che il sindaco chiede la proclamazione dello stato di calamita' e la sospensione del pagamento dei tributi. Le destinazioni degli sfollati sono qualche casa di parenti, un istituto scolastico, un paio di strutture alberghiere; un film gia' visto da queste parti nel 2009, quando centinaia di persone furono costrette ad abbandonare le mura domestiche a Giampilieri, Scaletta Zanclea, i luoghi piu' colpiti dall'alluvione che fece ben 37 morti. La tragedia del 2009 ha insegnato alla gente di questa provincia che per tornare alla normalita' bisogna mettersi al riparo anche dagli ''smottamenti'' della burocrazia: due anni dopo quella terribile pagina, 162 milioni di euro per la ricostruzione – ma anche per il semplice pagamento della pigione agli sfollati – sono ancora bloccati perche' la Regione non ha ricevuto l'autorizzazione del governo a derogare al patto di stabilita'. Intanto, la Procura di Messina, che ieri ha aperto un fascicolo contro ignoti per disastro e omicidio colposo, ha dato i primi incarichi per accertare le cause della frana di Scarcelli. I magistrati, coordinati dal procuratore Guido Lo Forte, hanno disposto l'autopsia sui resti dei corpi delle vittime.

Mentre alla Prefettura di Messina si e' insediato il centro di coordinamento dei soccorsi, gestito dalla Protezione civile, anche il lavoro dei volontari prosegue a Saponara, Milazzo, San Filippo del Mela, Villafranca Tirrena, Barcellona Pozzo di Gotto, un'area molto estesa dove martedi' sono caduti in qualche ora ben 350 millimetri di pioggia. Un fenomeno difficilmente prevedibile, hanno detto gli esperti. Ed e' per questo che i volontari al lavoro si sentono poco rassicurati dall'ottimismo dei bollettini meteo e tengono d'occhio l'orizzonte.