Amanda e Raffaele, le prove a rischio: coltello, reggiseno, movente

Pubblicato il 27 Marzo 2013 - 12:52| Aggiornato il 17 Novembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il coltello, che aveva impronte di Meredith e Amanda per i giudici del primo grado ma in Appello no. Il reggiseno che aveva tracce degli assassini, ma in secondo grado la perizia è stata ritenuta inattendibile. Il movente erotico poi smontato. L’aggressione mortale prima attribuita ad Amanda poi attribuita al solo Rudy Guede, che però è in carcere per concorso in omicidio, concorso con chi? Sono i punti oscuri del processo Meredith, rimasti senza risposta e che il nuovo processo d’appello a Firenze dovrà cercare di chiarire dopo la decisione della Cassazione che ha annullato l’assoluzione per Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Ecco come questi quattro punti sono interpretati dai giudici tra primo e secondo grado.

Il coltello. In primo grado venne stabilito che le tracce di Dna trovate sulla lama erano di Meredith, quelle sull’impugnatura appartenevano ad Amanda. Il coltello apparteneva a Raffaele. Ma la perizia dei tecnici ascoltati in Appello sostiene che i risultati non sono attendibili. La Cassazione boccia la perizia super partes dei tecnici d’Appello.

Il reggiseno. In primo grado la perizia della scientifica rileva tracce miste di Dna di Sollecito e Meredith sul gancetto del reggiseno della ragazza. In Appello i periti sostengono che l’esame non è attendbile perchè la prova è stata raccolta 46 giorni dopo il delitto: alto il rischio di contaminazione. La Cassazopme torna alle ipotesi della scientifica del primo grado.

Il movente. Per i giudici del primo grado è erotico e violento, l’omicidio arriva dopo alcuni approcci, respinti, verso Meredith. L’Appello smonta il movente erotico, i giudici assolvono Knox e Sollecito. La Cassazione torna a valutare l’ipotesi del primo grado.

L’aggressione mortale. Amanda dà la coltellata mortale alla gola, questo emerge dal primo grado. In Appello viene invece assolta. Per la Cassazione è tutto da rifare: si ricomincia a Firenze, per un nuovo processo d’Appello.