Andrea La Rosa: mamma e figlio volevano scioglierlo nell’acido, Brusca il modello

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Dicembre 2017 - 13:46 OLTRE 6 MESI FA
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Andrea La Rosa: mamma e figlio volevano scioglierlo nell’acido, Brusca il modello

ROMA – Andrea La Rosa: mamma e figlio volevano scioglierlo nell’acido, Brusca il modello. Quello di cui sono accusati Antonietta Biancaniello e suo figlio Raffaele Rullo sembra dai primi elementi un volgare omicidio per soldi: la vittima, l’ex calciatore (ha militato anche in serie C) Andrea la Rosa, sarebbe stato ucciso per un prestito non restituito. Ma sono le modalità del delitto ora a fare notizia. Il cadavere di La Rosa è stato rinvenuto all’interno del bagagliaio dell’auto della presunta assassina: parti del corpo erano state intaccate dall’acido.

Il figlio Raffaele, secondo gli ultimi sviluppi dell’indagine, avrebbe cercato di emulare le famigerate gesta di Giovanni Brusca, sì, proprio lui, il sicario preferito di Totò Riina, uno che oltre ad ammazzare e compiere stragi, scioglieva nell’acido i bambini. Tristemente famoso fu l’omicidio del figlio del pentito Di Matteo: il tredicenne Giuseppe fu rapito e dopo 25 mesi di prigionia,  l’11 novembre del 1996, fu sciolto in una vasca colma di acido nitrico.

Rullo, esperto informatico, avrebbe fatto ricerche su internet dal suo ufficio su come il boss mafioso aveva portato a termine l’omicidio. L’emulazione è stata parziale, l’assassinio ugualmente cruento. Per non restituire 38mila euro, madre e figlio si sono improvvisati spietati carnefici: La Rosa, che aveva intuito la pericolosità dei due come rivelato a un amico poco prima di avviarsi verso l’appuntamento fatale, è stato sgozzato prima del tentativo fallito di occultamento definitivo del cadavere. Volevano farlo a pezzi e poi scioglierlo: la donna aveva acquistato una motosega.

La Rosa aveva prestato in passato soldi anche ad altri conoscenti, ma agli investigatori che indagano sul caso non risulta che lo facesse a tassi d’usura. E’ quanto è stato spiegato nella conferenza stampa dopo i due fermi. Il procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco, anche a nome del procuratore Francesco Greco, il comandante provinciale dei carabinieri Luca De Marchis e il comandante del Nucleo Investigativo Michele Miulli ha voluto esprimere “la vicinanza e il cordoglio ai genitori della vittima, con cui in questi giorni abbiamo condiviso momenti di apprensione, tristezza e sconforto”.