Arona, a scuola fino a sera: slow school anti-sciopero che piace agli studenti

di Daniela Lauria
Pubblicato il 10 Dicembre 2012 - 11:06 OLTRE 6 MESI FA
Ad Arona si va a scuola fino a sera. La slow school anti-sciopero, inventata dai prof che piace anche agli studenti

ARONA (NOVARA) – Al liceo Fermi di Arona, in provincia di Novara, si sta in classe fino a sera: slow school anti-sciopero voluta dai prof. e, incredibile ma vero, apprezzata dagli studenti. “Eravamo scesi in piazza il 24 novembre contro i tagli alla scuola. Ma volevamo fare qualcosa di più”, spiega nell’aula magna Nicolò Simoni, rappresentante d’Istituto.

Ecco allora che la proposta di alcuni insegnanti gli è sembrata calzare a pennello: una “contestazione intellettuale” alla quale insieme a Simoni hanno aderito una quarantina di studenti del triennio, classico, scientifico tradizionale e sperimentale per le scienze applicate. “Siamo persone colte, ci tenevamo a una protesta intellettuale, nobile, perché non passasse il messaggio che ogni scusa è buona per saltare le lezioni. Semmai è il contrario: ci teniamo così tanto alla scuola che siamo disposti a passarci più tempo”.

L’idea è venuta a sei docenti che si sono lanciati in questa protesta alternativa. La chiamano “Slow School”, scuola lenta, e una volta a settimana fino a Natale resteranno di più per fare lezione con calma, senza l’ansia da verifiche. Sorprende l’entusiasmo dei ragazzi, come Ivan Minella, frequenta la quarta, aspirate fisico all’estero (direttamente) “visto che in Italia si investe così poco sui brevetti”. Entusiasta di poter passare il pomeriggio a studiare i “superconduttori”. “Nel libro di quinta a questo argomento è dedicato un paragrafetto – spiega – Invece con la professoressa Epifani ne abbiamo parlato per due ore”.

Rispondono agli stimoli dei loro insegnanti e dicono di essere lì per imparare, perché la scuola non è un’azienda. Potessero decidere loro, questa l’agenda-studenti da dettare a ministri e dirigenti scolastici: “I fondi dell’Istituto devono poter essere gestiti in autonomia. Vogliamo un edificio sicuro: abbiamo porte di sicurezza bloccate. E i laboratori devono migliorare”, chiede Simone Scalzitti. Poi c’è chi come Teura Zaveri chiede di poter valutare i professori in base a quanto riescono ad appassionarli a una materia. Intanto ben venga l’idea di andare a scuola di più