Assistenti sociali a gamba tesa nella vita di Giulia, 11 anni, bimba sarda “sola”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Settembre 2014 - 12:12 OLTRE 6 MESI FA
Assistenti sociali a gamba tesa nella vita di Giulia, 11 anni, bimba sarda "sola"

Assistenti sociali a gamba tesa nella vita di Giulia, 11 anni, bimba sarda “sola”

SESTU (CAGLIARI) – “Io mia figlia non volevo abbandonarla. L’unica alternativa a questo lavoro era quella di prostituirmi o spacciare la droga”. Ma gli assistenti sociali sono comunque arrivati, a gamba tesa, sulla sua figlioletta, la bimba sarda lasciata sola mentre mamma era al Nord per lavorare.

“Mi chiedo dove fossero quando chiedevo aiuto”: a parlare è la madre di Giulia, la bambina di 11 anni (e non 9 come era risultato in un primo momento) lasciata da sola a Sestu (Cagliari) dalla madre andata per un lavoro in Toscana.

Dopo la segnalazione della scuola, la piccola Giulia è stata affidata dai servizi sociali ad una amica della madre. Si ritiene che potesse essere pericoloso per una bambina di 11 anni vivere da sola, anche se con un cane.

Ma quella che a prima vista poteva sembrare una storia di abbandono di minore è una storia di disoccupazione, già forte in Italia, più forte ancora in Sardegna, soprattutto per una donna che non è italiana, come la mamma di Giulia, ucraina. Ed è anche la storia di una madre sola, abbandonata dall’uomo con cui aveva fatto la propria figlia, un ragazzo finito nei guai per droga.

La giovane mamma, Antonella, viene difesa da tutto il paese e dallo stesso sindaco, Aldo Pili, che alla Stampa dice:

“Questo episodio ci dimostra quanto sia grave la situazione nel nostro Paese, così come in tutta la Sardegna. Questa donna è stata costretta a lasciare a casa la figlia per giorni e giorni pur di assicurarle il sostentamento quotidiano”.

Partendo, Antonella si era assicurata che alla figlia non mancasse nulla: la bambina andava a pranzo e cena dalla vicina di casa, dove si lavava, visto che nella propria casa l’ente che gestisce il servizio idrico ha tagliato l’acqua, dal momento che il contratto è a nome dell’ex compagno e Antonella non è riuscita a risolvere la situazione. Soltanto di notte la piccola voleva dormire nella sua casa, per non lasciare da solo il cane.

E poi, sottolinea Antonella,

“mia figlia ha 11 anni ma ha l’esperienza e l’educazione di una ragazza più grande. E’ capace di cucinare, di lavarsi e anche di andare a scuola da sola. In più ci sentivamo continuamente. Lei ha capito perfettamente che io sono fuori per lavoro e questo le ha dato maggiore responsabilità. In Sardegna io non ho altri parenti e per questo chiesto aiuto alle vicine di casa e ad alcune amiche. Per anni ho cercato un’occupazione a Sestu o nei dintorni ma non ho trovato niente. E allora mi è venuta l’idea di organizzare matrimoni per gli stranieri: è partita l’avventura ma tutto questo non posso farlo in Sardegna. Le possibilità erano solo due: partire ogni tanto e assicurare il mantenimento a mia figlia oppure rimanere qua e chiedere l’elemosina. L’unica alternativa era quella di prostituirmi o guadagnare con lo spaccio della droga. Ma io questo non lo farò mai. Preferisco lavorare onestamente: lo faccio solo per Giulia, per assicurarle una crescita dignitosa. A Sestu ha tante amiche e sta crescendo bene”.

E visto che adesso gli assistenti sociali si sono fatti vivi, per togliere la piccola Giulia dalla propria casa, Antonella si domanda:

“Non ho lasciato nulla al caso nell’educazione, ma mi chiedo dove fossero gli assistenti sociali quando chiedevo aiuto. Non mi è mai stato dato un centesimo e mi sono salvata con le mie forze, riuscendo anche a proposte che potevano sembrare allettanti. Tipo quelle della prostituzione, le prime che vengono fatte a una donna sola, soprattutto se è straniera”.