Bimbi down: reazioni dalla rete contro gruppo Facebook

Molte le reazioni dal web dopo disgustosa «provocazione» del gruppo di Facebook aperto contro i bambini affetti da sindrome di Down

La rete reagisce alla disgustosa «provocazione» del gruppo di Facebook contro i bambini con sindrome di Down, gruppo che è già stato oscurato.

Prende posizione, ad esempio, su Vita.it, il magazine on line del non profit, Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari: «Molte voci si sono alzate, indignate, per bloccare le pagine, per perseguire i responsabili, per impedire, insomma, una barbarie che oggi sembra inarrestabile. Si tratta di un segnale di allarme che non deve essere banalizzato né sottovalutato: è vero che “sulla rete circola tutto e il contrario di tutto”, ma proprio per questo non è tollerabile che il disprezzo della dignità della persona umana si esprima senza conseguenze: non sono ragazzate, non sono atti goliardici: sono parole indegne di un Paese civile, che non hanno alcun diritto di cittadinanza – ha scritto ieri – E che il nostro sia, o possa essere, un Paese civile lo testimoniano invece le migliaia di famiglie che accolgono i propri figli disabili (molte delle quali aderiscono al Forum attraverso le loro associazioni) oggi certamente ferite nella loro vita quotidiana: quelle famiglie che riescono a dire, con coraggio e dignità, che i loro figli disabili non sono un problema, ma sono il loro tesoro più grande. A queste famiglie ogni famiglia del Forum è e sarà sempre vicina, oltre la solidarietà, nella compagnia e nella condivisione: anche così si combatte la violenza, l’idiozia e la barbarie di questi terribili tempi».

Superabile.it, il portale dedicato da Inail alla disabilità, riporta in home page altre dichiarazioni forti: Letizia Pini, presidente dell’Associazione genitori e persone con sindrome di down onlus commenta: «È aberrante. Noi associazioni tanto facciamo per l’integrazione ma è inutile se poi abbiamo a che fare con persone che istigano alla violenza. Si deve intervenire, eventualmente anche a livello legale se ci sono gli estremi».

Dura anche l’associazione Capirsi Down: «L’ignoranza non ha fondo – ha affermato la presidente Manuela Colombo -. Finché in tv passano certi messaggi e al Grande fratello il termine “mongoloide” vola a destra e a manca, non ho molte speranze».

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