Bologna, i sindacati al rettore: “Stop con i ricatti ai ricercatori”

Pubblicato il 15 Settembre 2010 - 16:22 OLTRE 6 MESI FA

Sindacati in protesta contro l’allontanamento dei ricercatori che si rifiutano di lavorare per protesta: la decisione del Senato accademico dell’Università Alma Mater di Bologna di sostituire i ricercatori che aderiscono al blocco della didattica con docenti a contratto, spiega Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, ”è una scelta molto grave perché intende contrapporsi alla legittima protesta che i ricercatori universitari, assieme ai precari, ai docenti, agli studenti e al personale tecnico-amministrativo, stanno conducendo contro il disegno di legge Gelmini”.

Il sindacalista ha auspicato un dietrofront dell’ateneo bolognese: ”La decisione è grave perché intende vanificare la giusta rivendicazione dei ricercatori a tempo indeterminato di non essere messi nel limbo del dimenticatoio e dei precari che vedono davanti a sè anni di ulteriore lungo periodo di precariato senza alcuna certezza in termini di stabilizzazione. Per queste ragioni la Flc-Cgil sostiene le mobilitazioni dei ricercatori ritenendole centrali per riaprire una discussione pubblica sui tagli al fondo ordinario e sul ruolo dell’Università e contrastare le politiche scellerate del Governo”.

“Il ddl Gelmini – ha sottolineato ancora il sindacalista – ridimensiona l’università pubblica per favorire un esteso processo di privatizzazione dei saperi in contrasto con i principi costituzionali che garantiscono a tutti l’accesso all’apprendimento”. La Flc ha invitato quindi il Rettore e il Senato accademico a revocare la decisione presa.

Una decisione ”che riteniamo di dubbia legittimità anche perché i ricercatori per legge non sono tenuti a fare didattica”, ha osservato Pantaleo ricordando che nei primi giorni di ottobre la Flc intende lanciare, insieme agli studenti e ai diversi coordinamenti, una settimana di mobilitazione nelle università e per il primo ottobre è stata proclamata un’ora di sciopero.