Bologna: il proprietario della Faac lascia il suo impero alla Curia

Pubblicato il 31 Marzo 2012 - 20:20| Aggiornato il 2 Aprile 2012 OLTRE 6 MESI FA

BOLOGNA – Una multinazionale in portafoglio alla Curia di Bologna. Forse piu’ avvezza a lasciti tradizionali come somme di denaro, case e terreni, la Chiesa felsinea dovra’ studiare un po’ di management e alta finanza: il proprietario della Faac di Zola Predosa, Michelangelo Manini, ha deciso di lasciarle tutto il suo patrimonio, comprese le quote di controllo dell’azienda di cancelli automatici celebre e apprezzata in tutto il mondo.

L’imprenditore – scomparso il 17 marzo, a 50 anni, dopo una lunga malattia – ha infatti disposto in questo modo dei propri averi nel testamento aperto giovedi’. Vero e proprio colosso nella produzione dei cancelli automatici, creato dall’intuizione di Giuseppe Manini nel 1965 la Faac ha chiuso il 2011 con un fatturato di 214 milioni di euro e puo’ contare su 12 stabilimenti in Europa e 24 filiali commerciali. Nel curriculum dell’azienda bolognese, oltre a mille dipendenti, una notorieta’ planetaria conquistata, sul finire degli Anni ’80, anche grazie al celebre spot in cui una Ferrari sfrecciava nel deserto e apriva, a distanza, un cancello guardato a vista da un leone.

La Curia avrebbe gia’ provveduto a nominare il suo rappresentante nel cda dell’azienda di Zola Predosa, l’avvocato Andrea Moschetti, stretto collaboratore dell’economo dell’Arcidiocesi.

A quanto si e’ appreso, il testamento contenente l’ingente lascito, sarebbe stato redatto da Manini nel 1992, venti anni fa, e mai revocato o modificato, a testimonianza di una scelta ben ponderata e ben maturata. Forse sorprendente per l’opinione pubblica: il numero uno e proprietario della Faac, societa’ la cui gestione era affidata al management, non era presente nel novero degli abituali benefattori della Chiesa.

La diocesi bolognese ha espresso la propria gratitudine per il lascito con una nota. ”Nel rigoroso rispetto delle leggi dello Stato – si legge – la Chiesa di Bologna utilizzera’ quei beni, cosi’ provvidenzialmente pervenutile, conformemente alle indicazioni della dottrina Sociale della Chiesa, alle norme del Diritto canonico, alla prassi plurisecolare della sollecitudine verso le necessita’ della comunita’ umana, secondo il comandamento evangelico della carita”’.

La scomparsa di Manini ha lasciato il segno anche nel tessuto di Zola Predosa, quartier generale della Faac sin dal 1979, anno in cui inizio’ anche la costituzione di consociate all’estero, la prima delle quali in Svizzera. Nelle ore successive all’addio del proprietario della Faac, il sindaco della cittadina bolognese, Stefano Fiorini, non aveva nascosto il cordoglio e il rammarico, personale e dell’intera comunita’, per la sua morte.