Preparava un attentato a Milano: arrestato marocchino a Brescia

Pubblicato il 15 Marzo 2012 - 08:11 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Nelle prime ore della mattina di giovedì la Polizia di Stato ha arrestato un cittadino marocchino, J. M., 20 anni, destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere ritenuto coinvolto in attività di addestramento all’uso di armi e di esplosivi per finalità di terrorismo.

L’operazione, coordinata dalla Procura Distrettuale di Cagliari, è stata condotta dal Servizio Centrale Antiterrorismo e dalle Digos delle Questure di Cagliari e Brescia e ha permesso di far luce sul giovane, che vive in provincia di Brescia dall’età di 6 anni, attraverso la costante attività di monitoraggio dei numerosi siti web che ospitano discussioni e diffondono documenti su tematiche jihadiste.

La misura restrittiva si è resa necessaria anche perché, di recente, sono stati acquisiti “preoccupanti elementi su una progettualità terroristica” (una missione jihad, come lo stesso indagato ha confidato in un messaggio intercettato) che aveva in animo di realizzare contro “obiettivi sensibili”. Tra questi, spicca per importanza un reperto sequestrato dagli investigatori della Digos di Brescia relativo ad un dettagliato “sopralluogo virtuale” della sinagoga di via della Guastalla a Milano.

Nel documento, salvato sul proprio computer, il giovane marocchino si sofferma in particolare sulle misure di sicurezza adottate a salvaguardia del tempio ebraico di Milano (personale di polizia, manufatti interdittivi, possibili vie di accesso). Le indagini continuano anche in ambito internazionale in stretto raccordo con le autorità di Polizia statunitensi e britanniche che stanno conducendo indagini parallele a quella coordinata dalla Dcpp/Ucigos. Per quanto accertato finora, infatti, gli internauti in contatto con l’arrestato sono perlopiù presenti all’estero. In questo quadro, contestualmente all’arresto operato a Brescia, la Metropolitan Police di Londra ha posto in stato di fermo una donna risultata in contatto con il giovane marocchino.

Le indagini – rese particolarmente difficili dagli accorgimenti tecnici che lo straniero adottava grazie alle sue conoscenze informatiche – hanno documentato, tra le altre cose, come J. M. avesse creato gruppi Facebook “segreti” in cui gli iscritti potevano condividere istruzioni sull’assemblaggio di ordigni esplosivi di circostanza (ricavabili da composti chimici reperibili in commercio) e sull’uso di armi. Tra le regole imposte dal giovane jihadista marocchino per l’adesione a uno di tali gruppi Facebook vi era quella che imponeva: “nessun video su canti religiosi, solo armi ed esplosivi”.

Scotland Yard ha arrestato a Londra una donna legata al complotto terroristico contro la sinagoga di Milano. La 40enne e’ stata fermata in un raid alle prime luci dell’alba nella sua casa nel sud della capitale.Nell’abitazione del marocchino arrestato nell’ambito di un’inchiesta contro il terrorismo islamico, la polizia ha trovato anche una bandiera con la svastica. Oltre alla bandiera delle ‘SS’ la polizia ha rinvenuto anche una kefiah con applicata la svastica.  Il marocchino arrestato a Brescia, secondo cio’ che hanno spiegato in questura a Brescia, aveva un elenco delle sostanze chimiche necessarie per costruire un ordigno, i prezzi e le modalita’ per assemblarle. Secondo la polizia era molto scrupoloso nei contatti online per capire se i suoi interlocutori erano veramente intenzionati a compiere azioni jihadiste.

Il profilo del 20enne marocchino arrestato a Brescia e’ frutto del nuovo modus operandi di al-Qaida. ”Non siamo di fronte ad un’organizzazione criminale nell’accezione tradizionale- ha spiegato il questore di Brescia Lucio Carluccio -. Sono sempre meno le cellule jihadiste che operano fisicamente sul territorio; al contempo, pero’, nascono con grande velocita’ e facilita’ gruppi di giovani isolati ma che rimangono in contatto grazie alle relazioni che si possono mantenere via web”.

”Fa parte della nuova strategia mediatica di al-Qaida, adottata nell’ultimo decennio: si vogliono indottrinare uno ad uno giovani musulmani residenti nei Paesi occidentali – ha spiegato Vincenzo Di Peso della Direzione centrale della polizia di prevenzione. – Il messaggio che viene loro inviato tramite siti web e pubblicazioni ad hoc e’ ‘colpite come e quando potete”’. Siamo di fronte,  e’ stato spiegato nella conferenza stampa in questura a Brescia, ad un vero e proprio esercito di singoli potenziali jihadisti che si addestrano autonomamente tramite il web. ”Per questo la minaccia e’ piu’ polverizzata e per questo piu’ difficile da cogliere, – ha affermato Di Peso – sono i singoli che si autopromuovono”.