Brigate rosse: dal pm di Roma pene pesanti per sei imputati

ROMA – Mano pesante dei pm di Roma Luca Tescaroli ed Erminio Amelio al processo a sei presunti appartenenti ad un gruppo ritenuto interessato alla ricostituzione del partito armato, sulla falsa riga di quello tracciato dalle Brigate Rosse.

A conclusione della requisitoria, i rappresentanti dell'accusa hanno chiesto ai giudici della prima corte di assise condanne varianti da 15 anni a 6 anni di reclusione. Le pene più alte sono state sollecitate per Massimo Riccardo Porcile e Gianfranco Zoja (15 anni).

I pm hanno chiesto inoltre la condanna di Bernardino Vincenzi (12 anni e 8 mesi), Bruno Bellomonte (10 anni e 7 mesi), Manolo Pietro Morlacchi e Costantino Virgilio (sei anni ciascuno). Il presunto leader del gruppo, Luigi Fallico, è morto recentemente in carcere.

Tra le pene accessorie richieste anche la condanna degli imputati alla pubblicazione della sentenza di condanna su alcuni quotidiani quale forma di riparazione al danno procurato al paese.

Associazione con finalità di terrorismo, banda armata e violazione della legge sulle armi i reati contestati, a seconda delle posizioni.

Tra gli episodi contestati il fallito attentato del 26 settembre 2006 alla caserma ''Vannucci'' di Livorno, a firma ''per il Comunismo Brigate Rosse'', episodio attribuito dagli inquirenti a Porcile, Zoja e Fallico, ed il progetto di un attentato in occasione del G8 della Maddalena, G8 poi svoltosi a L'Aquila. Il processo riprenderà il 15 novembre prossimo con le arringhe difensive.

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