Casapound, 10 condanne per l’occupazione del palazzo all’Esquilino

Il giudice monocratico di Roma ha inoltre ordinato il dissequestro dell'immobile che torna al Demanio.

di redazione Blitz
Pubblicato il 27 Giugno 2023 - 17:24 OLTRE 6 MESI FA
Casapound, 10 condanne per l'occupazione del palazzo all'Esquilino

Foto ANSA

Dieci condanne a 2 anni e 2 mesi di reclusione per CasaPound. Lo ha stabilito il giudice monocratico di Roma nell’ambito del processo che vede imputati militanti di CasaPound per l’occupazione abusiva del palazzo di via Napoleone III a Roma, nel quartiere Esquilino. Quello con la scritta fatta rimuovere nel 2019 dall’ex sindaca Virginia Raggi.

Tra gli imputati, accusati di occupazione abusiva di stabile aggravata, figurano anche Gianluca Iannone, Simone e Davide Di Stefano.

Il giudice ha inoltre disposto una provvisionale immediatamente esecutiva di 20mila euro e il risarcimento in sede civile per l’Agenzia del Demanio. Ordinato anche il dissequestro dell’immobile e la sua restituzione al Demanio. 

CasaPound: “Condanne spropositate e faziose”

“Le condanne spropositate a due anni e due mesi per l’occupazione di via Napoleone III confermano ancora una volta la faziosità di una certa magistratura”. E’ il commento di CasaPound Italia alla sentenza.

“Mentre a Roma il Comune – continua Cpi – acquista e regala spazi ai centri sociali come nei casi del Porto Fluviale e dello Spin Time con milioni di euro, si vuole colpire l’unica occupazione non conforme della città dove famiglie italiane hanno trovato negli anni un luogo di confronto e aiuto. Senza CasaPound, il palazzo di via Napoleone III sarebbe l’ennesimo simbolo del degrado della Capitale, mentre ora è un punto di incontro culturale, sociale e politico in un quartiere lasciato a sé stesso dalla solita politica”.

CasaPound: “Ricorriamo in appello”

“Questa sentenza non ci trova in ogni caso impreparati – prosegue la nota –  siamo pronti a difendere il palazzo e le famiglie in difficoltà che qui hanno trovato un porto sicuro e ricorreremo certamente in appello. È il primo caso in assoluto dove per un’occupazione, che tra l’altro risale a 20 anni fa, si arrivi a condanne superiori a due anni che coinvolgono anche le famiglie in emergenza abitativa che in CasaPound hanno trovato un tetto”.

“Siamo di fronte a una sentenza – concludono –  che dimostra ancora una volta, se necessario, da che parte sta chi combatte da anni un sistema marcio e chi, centri sociali e estrema sinistra, gioca a fare il ribelle col benestare di politica e magistratura. Sia chiaro a tutti che non arretriamo di un metro”.

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