Caserta, mamma si mette con pentito: bimba non vede più papà

Caserta, mamma si mette con pentito, bimba non vede più papà
(Foto d’archivio)

CASERTA – La sua mamma si mette insieme ad un pentito di camorra e lei, una bambina di otto anni, non può più vedere suo padre. E’ la storia, raccontata da Titti Marrone sul Mattino, di una bimba di Caserta.

I genitori della piccola si sono separati consensualmente e lei è stata affidata alla madre, mentre il padre può ospitarla solo due giorni a settimana. Solo che in uno dei giorni riservati a lui l’uomo si è presentato all’appuntamento ma la figlia non c’era. Non c’era nemmeno la ex moglie, che nel frattempo aveva iniziato a convivere con un uomo sottoposto al programma di protezione. Così, all’improvviso, ex moglie e figlia erano sparite in una località sconosciuta e protetta.

Secondo il padre della bambina, spiega Titti Marrone sul Mattino, il nuovo compagno della donna sarebbe un pentito di camorra che lei avrebbe persino evocato, minacciando l’ex marito di farlo intervenire nel caso questi avesse avanzato qualche pretesa o diritto sulla piccola. Gli ultimi incontri tra padre e figlia sarebbero avvenuti in una stazione di polizia.

Ricorda Titti Marrone sul Mattino:

“Un caso molto simile a questo avvenne quattro anni fa a Bari, dove un padre per lungo tempo non vide più le sue due figlie di 10 e 14 anni, andate via con la madre che aveva raggiunto il pentito di mafia Vito Valerio in una località protetta. In quel caso, che come quello del Casertano chiamava in causa sia la giustizia civile sia quella penale, il procuratore sottolineò «la sussistenza di grave rischio» per la incolumità personale di quanti erano stati oggetto del programma di protezione. Cioè, una volta arrivate sotto lo stesso tetto del mafioso, le ragazzine baresi sono state considerate esposte a eventuali ritorsioni o destinate a lui o indirette, cioè rivolte a persone a lui vicine. Il padre in quel caso poté rivedere le figlie, ma in condizioni sorvegliate perché si ritenne che il pericolo per le ragazzine ormai fosse scattato. Del resto, i programmi di protezione per collaboratori di giustizia vengono messi a punto da commissioni specifiche che valutano il livello di pericolosità per ciascun convivente oltre che, per così dire, il calibro stesso del pentito”.

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