Coronavirus, nuova stretta. Conte: “Chiuse tutte le aziende non strategiche fino al 3 aprile”

di redazione Blitz
Pubblicato il 22 Marzo 2020 - 08:51 OLTRE 6 MESI FA
conte ansa

Coronavirus, nuova stretta. Conte: “Chiuse tutte le aziende non strategiche fino al 3 aprile”. Nella foto Ansa il premier Giuseppe Conte

ROMA – Nuovo record di morti da coronavirus in Italia. E il premier Giuseppe Conte parla nella tarda serata di sabato 21 marzo in diretta su Facebook: “È necessario compiere un altro passo – dice – dobbiamo chiudere in tutto il territorio nazionale ogni attività produttiva non necessaria, non indispensabile a garantirci beni e servizi essenziali”.

Chiusura delle fabbriche dunque, come avevano chiesto le Regioni del Nord. Il premier assicura che “continueranno a restare aperti tutti i supermercati, i negozi di generi alimentari e di prima necessità. Non c’è ragione di fare code e corse agli acquisti. Resteranno aperte farmacie, servizi bancari, postali assicurativi, assicureremo tutti i servizi pubblici essenziali come i trasporti”.

Ma “al di fuori delle attività essenziali consentiremo solo il lavoro in modalità smart working e attività produttive rilevanti per il Paese. Riduciamo il motore produttivo dell’Italia, ma non lo arrestiamo”. Il presidente del Consiglio, che ha parlato della “crisi più grave dal secondo dopoguerra”, sottolinea che si tratta di una decisione “difficile ma necessaria. Lo Stato comunque c’è. Uniti ce la faremo”.

Il provvedimento con le nuove misure restrittive annunciate dal premier  sarà in vigore da lunedì 23 marzo. Già circola però una lista provvisoria delle attività che verranno sospese e di quelle che, invece, sono risparmiate dal Decreto che sarà in vigore fino al 3 aprile.

Coronavirus, nuova stretta. La lista delle attività che restano aperte. 

Nell’ambito delle aziende restano attive tutte le filiere ritenute essenziali, e quindi legate al settore alimentare, a quello farmaceutico e biomedicale e a quello dei trasporti. Netta, invece, la riduzione delle attività legate alla Pubblica amministrazione: restano di fatto aperte gli esercizi legati a sanità, difesa e istruzione. Continuano a operare, inoltre, edicole e tabaccai, oltre ai servizi d’informazione.

La lista, provvisoria, delle attività che resteranno aperte conta circa una settantina di voci. Restano attive l’industria delle bevande, le industrie alimentari, la filiera agro-alimentare e zootecnica, l’industria tessile solo legata strettamente agli indumenti di lavoro (escluso, quindi l’abbigliamento). Le produzioni gomma, materie plastiche e prodotti chimici non saranno interrotte, così come la fabbricazione della carta e raffinerie petrolifere.

“Salve” anche le attività legate all’idraulica, all’installazione di impianti elettrici, di riscaldamento o di condizionatori e la fabbricazione di forniture mediche e dentistiche. E, come attività legate ai servizi essenziali, restano attive anche le riparazioni della strumentistica utilizzata nella filiera alimentare, farmaceutica o dei trasporti. Questi ultimi, infatti, saranno assicurati anche da lunedì.

Il Decreto che il governo sta limando non includerà il trasporto ferroviario di passeggeri (interurbano), il trasporto ferroviario di merci, il trasporto terrestre di passeggeri in aree urbane e suburbane, i taxi e gli Ncc, gli autotrasportatori, il trasporto marittimo e quello aereo. Attive anche la gestione fognaria e quella della raccolta dei rifiuti, oltre alle attività bancarie, postali, assicurative e finanziarie. Non dovrebbero essere intaccati dal provvedimento neanche i servizi veterinari, i call center e i servizi di vigilanza privata oltre alle attività di pulizia e lavaggio delle aree pubbliche.

Nell’ambito della pubblica amministrazione restano “in vita” l’assicurazione sociale obbligatoria, i servizi legati alla difesa e, chiaramente, l’assistenza sanitaria. Esclusi, infine, i servizi di assistenza sociale residenziale e non residenziale.

“Misure necessarie e inevitabili. Finalmente!”è il commento del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.

Conte annuncia la stretta via Facebook. 

Conte annuncia la stretta via Facebook. La cosa non è piaciuta a Italia Viva ed anche all’Associazione Stampa parlamentare. “Per un messaggio alla nazione in una fase così delicata, sorprende che Conte non utilizzi gli strumenti istituzionali come la sala stampa di palazzo Chigi, preferendo tenere tutta Italia (compresa la Rai) incollata alla pagina Facebook personale. Lo ricordi per il futuro” ha scritto su Twitter il deputato di Iv Marco Di Maio.

Sulla stessa linea l’Associazione Stampa parlamentare che, in una nota, ha scritto: “In una fase straordinaria, drammatica per il Paese, l’Associazione Stampa parlamentare chiede che sia assicurata la massima trasparenza e completezza sulle decisioni che il governo sta assumendo. Sono in ballo i valori fondamentali della nostra comunità nazionale, per questo è essenziale che venga garantita agli operatori dell’informazione la possibilità di lavorare al meglio, in modo da assicurare ai cittadini un servizio accurato e approfondito. Riteniamo indispensabile che ci sia una comunicazione istituzionale idonea a garantire tempestività e completezza informativa”.  

Fonte: Ansa, Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev