Costa Concordia. Il vice di Schettino poteva agire, ma non lo fece

Pubblicato il 23 Febbraio 2012 - 12:30 OLTRE 6 MESI FA

GROSSETO – Anche se il comandante Francesco Schettino negava le corrette informazioni alla Capitaneria di porto e non prese subito la decisione di dare l’allarme generale e di attivare i soccorsi, il comandante in seconda Roberto Bosio avrebbe potuto intervenire al suo posto e, secondo precisi protocolli marittimi, operare per limitare i danni del naufragio e avvisare prima le autorita’. Anche per questo la procura di Grosseto ha indagato per cooperazione in omicidio plurimo colposo Bosio e altri ufficiali in plancia.

Gia’ dopo circa 15 minuti dall’urto contro gli scogli del Giglio, spiegano fonti inquirenti, Schettino e i suoi ufficiali in plancia avevano tutte le informazioni per valutare la gravita’ del danno e sapevano gia’ che la nave non poteva piu’ galleggiare. Il comandante in seconda Bosio raggiunse la plancia un paio di minuti dopo l’urto. Secondo gli inquirenti, Bosio non si attivo’ con le autorita’ marittime per avvisare della reale situazione e non contrasto’ adeguatamente le decisioni di Schettino pur avendone la possibilita’, considerata l’emergenza. Bosio non e’ accusato di naufragio perche’ durante la manovra di avvicinamento al Giglio era in una pausa dal lavoro e si trovava nella sua cabina, dove avverti’ l’urto. Poi sali’ in plancia di comando, dove pur apprendendo presto che la nave non era piu’ governabile, secondo gli inquirenti non si adopero’ per velocizzare le procedure di emergenza e soccorso.