Concordia, Schettino: “Macché mano di Dio? Nave in salvo grazie a mia scelta”

Pubblicato il 18 Ottobre 2012 - 14:30 OLTRE 6 MESI FA
Francesco Schettino (Lapresse)

GROSSETO – “Non fu una manovra, ma una decisione” quella del 13 gennaio scorso, quando la Costa Concordia si accostò, in grave avaria, al porto dell’Isola del Giglio poco dopo lo schianto sugli scogli. “E c’è una differenza”, ha spiegato Francesco Schettino al Tg1. L’ex comandante replica così al procuratore di Grosseto, Francesco Verusio, che aveva parlato di “fortuna” sostenendo che a portare la nave in salvo nella posizione vicino al porto del Giglio non fu una manovra del comandante Schettino, ma la ”mano del buon Dio”, l’abbrivio della Costa Concordia e condizioni meteo favorevoli.

Francesco Schettino ha parlato per la prima volta in aula e si è difeso dalle accuse nell’incidente probatorio sul naufragio della Costa Concordia. Due minuti di botta e risposta con l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, a capo del collegio dei periti, dopo che il gip gli ha concesso l’autorizzazione a parlare. Secondo quanto riportato dall’Ansa Schettino si sarebbe difeso su vari punti fra cui la manovra che lui avrebbe ordinato dopo l’urto contro gli scogli e ha dato spiegazioni su tutte le iniziative prese nei momenti del naufragio e dell’emergenza. Schettino si sarebbe mostrato molto ”combattivo” nel discutere con i periti le questioni che riguardano il suo comportamento al comando della nave.

Ha detto di aver ordinato “una manovra destra-sinistra-destra mentre la nave procedeva a 16 nodi verso l’isola del Giglio”. Schettino ha spiegato di aver agito così “per provare a disimpegnare la poppa”. L’ex comandante ha poi cercato di precisare ai periti quanto accaduto nella fase di avvicinamento all’isola e in quella successiva all’impatto. La tecnica, che in gergo marinaresco è detta anche “scodinzolo”, si attua per improvvisi cambi di rotta.