LA SPEZIA – Disabile si assenta da casa per motivi di salute, quando torna la trova occupata, ma il giudice respinge le sue richieste: gli abusivi hanno figli piccoli, bisogna aspettare. E’ la brutta avventura che sta vivendo Roberto Bolleri, invalido di La Spezia.
Vive in una casa popolare dal 2003, ne ha diritto, spiega Sandra Coggio sul Secolo XIX, ma adesso che la sua casa è stata occupata non può fare molto, come ha raccontato lui stesso al quotidiano ligure.
“In questa casa ci vivo dal 2003. Prima c’era mia madre. Sono rimasto solo, quando è morta. E pago l’affitto: sono l’assegnatario, ho il contratto regolare, con l’Arte… Ho sempre vissuto qui. In questa stessa casa: ora non posso più entrare. E questo, perché qualcun altro, senza diritto, ha preso il mio posto, e si rifiuta di uscire. Sono stato da un cugino per u,n paio di mesi, ma sempre con frequenti visite alla casa, a controllare. Solo che un bel giorno, dentro c’erano persone che non conosco”.
Gli occupanti sono una donna marocchina, Amal El Abachi, e i suoi tre figli piccoli, due dei quali figli del nuovo compagno italiano, Carmelo Genovese.
“Non so perché abbiano scelto proprio la mia casa – lamenta Bolleri – ma io la rivoglio: ho fatto anche lo sciopero della sete, e della fame. È questione di diritto. Sono stato nei Radicali, tanti anni, e nei Verdi. Mi è stato detto di aspettare che escano, e buttare fuori la loro roba: ma io queste cose non le faccio. È lo stato, che deve garantire i miei diritti”.
Il Comune, attraverso l’assessore ai servizi sociali Mauro Bornia, ha spiegato che alla donna e ai figli è stato offerto un alloggio protetto, ma lei lo ha rifiutato. Spiega il Secolo XIX:
La donna vuole una casa, in cui accogliere anche il compagno, e la madre di lui. L’assessore esprime «costernazione» per quanto sta accadendo, e ribadisce che la competenza comunale riguarda solo i minori, in condizioni di fragilità. L’occupazione abusiva è «inaccettabile», rileva, e costituisce una forzatura. In sostanza, non ci sono bambini a rischio di finire in mezzo alla strada: l’alloggio protetto c’è. E questo «il Comune lo farà presente al tribunale dei minori».
È del tutto legittimo, aspirare ad una casa, ma la legge prevede che si faccia una richiesta, e ci si metta in lista. Ci sono centinaia di famiglie, in attesa di un alloggio: pertanto si dovrà intervenire a ripristinare la legalità. Se la donna non accetterà la proposta del Comune, è del tutto probabile che il tribunale emetterà un’ordinanza di sgombero forzato, e a quel punto interverrà la forza pubblica. «Io rivoglio la mia casa», ripete Bolleri. «Noi di qui non ce ne andiamo: vogliamo stare tutti insieme, la casa serve di più a noi», ripete la donna. Fatto sta: l’alloggio è assegnato all’invalido, che ha tutti i documenti per dimostrarlo.
A sostegno di Bolleri venerdì 8 aprile diverse persone hanno manifestato in via Napoli, davanti alla casa dell’uomo, al grido di “Fuori! Fuori!”, “Riprendiamoci i nostri quartieri”, “Restituiamo la casa a Roberto Bolleri”. Si spera in una soluzione al più presto.