“Un urlo per difendere la dignità”. Il giorno delle donne in 234 piazze italiane

Pubblicato il 13 Febbraio 2011 - 10:26 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un urlo collettivo a Roma, dal Pincio a piazza del Popolo. Ombrelli colorati nel corteo di Torino (“Per ripararci dal fango”) e gomitoli di lana (“Perché le donne creano reti”). A Milano a piazza Castello accanto al palco, un lungo filo da bucato dove ciascuna potrà appendere pensieri, storie, immagini. E ad Andria “tutte e tutti coloro che vogliono partecipare portino con sé un fiore da offrire alla dignità di questo paese calpestata più volte”.

Le piazze delle donne sono oggi 234 in Italia e nel mondo: piazze “per il rispetto e per la dignità”, parole dimenticate ad Arcore e dintorni, e intorno alle quali – denunciano le organizzatrici del comitato “Se non ora, quando?” – ancora si tenta di agitare polemiche pretestuose.

Ma un “assist” a sorpresa alla mobilitazione delle donne arriva dall’Avvenire, il quotidiano dei vescovi. Il direttore Marco Tarquinio in un editoriale dice che sì, “se io fossi una donna sarei in piazza. Non per politichetta ma per amore. E per ribellione del cuore e della mente, da credente e da persona libera. Ci sarei per dignità e per senso morale”. Un “endorsement”. Animerà il dibattito di quelle femministe che hanno già detto che non ci stanno, ma mette anche un bel po’ in difficoltà i cattolici berlusconiani.

“Nessun moralismo, si protesta per Arcore e per il Rubygate – afferma Titti Di Salvo, una delle organizzatrici – e per rivendicare i diritti all’occupazione, alla pari rappresentanza”. Giulia Bongiorno, donna di destra e presidente della commissione Giustizia della Camera, parlerà dal palco di piazza del Popolo a Roma: “Dopo il caso Ruby non si è più potuto far finta di nulla. La dignità delle donne è un problema che ci riguarda tutte”.
Alcune hanno timore di tensioni. Però nelle piazze si preparano kermesse festose, dove la protesta è compagna dell’ironia. Non a caso a Milano sarà Teresa Mannino, attrice comica, a condurre la manifestazione; e a Roma, prima Isabella Ragonese e poi Angela Finocchiaro. Nella capitale, la scaletta degli interventi comincia con la lettura delle mail più toccanti arrivate al comitato, e si continua con Susanna Camusso, il segretario della Cgil, segue un brano dal “Monologo della vagina” recitato da Lunetta Savino fino ai versi di Patrizia Cavalli. Tratti da “Patria”, là dove si dice: “… non sciupate, c’è la mia patria/ in quelle pietre addormentate”. Sulle note di Patti Smith ma anche del “Dies Irae”.
Piazze contro l’idea che il merito delle donne sia stare sedute sopra la propria fortuna, com’è stato scritto. Piazze di diritti. Piazze di sfida. Molte Udi, tra cui quella romana di Monteverde, hanno aderito. Nel video della mobilitazione, l’invito è in piazza con le sciarpe bianche o come pare, ma no ai simboli di partito, per fare dell’Italia “un paese che rispetti le donne”. I politici (a Milano Vendola, Di Pietro, Pisapia; a Roma Bersani, Franceschini, Bindi) non saliranno sui palchi.