ROMA – Un urlo collettivo a Roma, dal Pincio a piazza del Popolo. Ombrelli colorati nel corteo di Torino (“Per ripararci dal fango”) e gomitoli di lana (“Perché le donne creano reti”). A Milano a piazza Castello accanto al palco, un lungo filo da bucato dove ciascuna potrà appendere pensieri, storie, immagini. E ad Andria “tutte e tutti coloro che vogliono partecipare portino con sé un fiore da offrire alla dignità di questo paese calpestata più volte”.
Le piazze delle donne sono oggi 234 in Italia e nel mondo: piazze “per il rispetto e per la dignità”, parole dimenticate ad Arcore e dintorni, e intorno alle quali – denunciano le organizzatrici del comitato “Se non ora, quando?” – ancora si tenta di agitare polemiche pretestuose.
Ma un “assist” a sorpresa alla mobilitazione delle donne arriva dall’Avvenire, il quotidiano dei vescovi. Il direttore Marco Tarquinio in un editoriale dice che sì, “se io fossi una donna sarei in piazza. Non per politichetta ma per amore. E per ribellione del cuore e della mente, da credente e da persona libera. Ci sarei per dignità e per senso morale”. Un “endorsement”. Animerà il dibattito di quelle femministe che hanno già detto che non ci stanno, ma mette anche un bel po’ in difficoltà i cattolici berlusconiani.