Eitan ha riaperto gli occhi: estubato il bambino di 5 anni sopravvissuto alla funivia del Mottarone Eitan ha riaperto gli occhi: estubato il bambino di 5 anni sopravvissuto alla funivia del Mottarone

Eitan ha riaperto gli occhi davanti alla zia: estubato il bambino di 5 anni sopravvissuto alla funivia del Mottarone

Eitan ha riaperto gli occhi. Il bambino di 5 anni sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone è stato estubato. “Il risveglio sta proseguendo”, dice il direttore generale della Città della Salute di Torino, Giovanni La Valle. “Per un momento – aggiunge La Valle – il piccolo Eitan ha ripreso conoscenza”.

Eitan ha riaperto gli occhi davanti alla zia Aya

Quando Eitan ha riaperto gli occhi, al suo fianco c’era (oltre agli anestesisti e agli psicologi dell’ospedale infantile Regina Margherita), la zia Aya. Cioè la sorella del padre morto con la madre e il fratellino di due anni nella cabina della funivia precipitata.

“Questa è una fase molto delicata – dicono i sanitari del reparto di Rianimazione diretto da Giorgio Ivani – La notte è passata tranquilla e conferma la stabilità clinica del bambino nonostante le condizioni critiche. Il fatto che siamo riusciti a estubarlo è un fatto positivo”. Quando ha aperto gli occhi, dunque, Eitan si è trovato di fronte il volto conosciuto della zia. La prognosi resta riservata e si attendono le prossime ore per completare il risveglio. 

La situazione clinica di Eitan: nessun danno neurologico

Nella terribile caduta Eitan ha subito molti traumi, probabilmente è stato il padre a salvargli la vita facendogli scudo con il suo corpo. La risonanza magnetica di ieri non ha evidenziato danni neurologici a livello celebrale né del tronco encefalico per il bimbo di 5 anni. Restano le fratture alla tibia, al femore e ad un braccio. Quando era arrivato all’ospedale era cosciente, parlava e, impaurito, aveva allontanato i medici. Sedato, era stato operato per ore per stabilizzare le fratture.

A preoccupare sono le eventuali complicanze non legate al sistema neurologico, che è integro, ma quelle che potrebbero sorgere dal politrauma subito nel tremendo impatto della cabina precipitata dopo avere raggiunto la velocità di 100 km orari

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