Emanuela Orlandi, Mirella Gregori e la pista dei preti pedofili di Boston

Pubblicato il 4 Giugno 2012 - 11:26 OLTRE 6 MESI FA

Emanuela Orlandi (Foto LaPresse)

ROMA – I rapimenti di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi potrebbero essere “legati allo scandalo dei preti pedofili a Boston”. Lo scrive Fabrizio Peronaci sul Corriere della Sera, che se ne esce con quest’altra giravolta, come altre volte già accanduto.

Il legame, secondo Peronaci, passerebbe per Kenmore Station, ufficio postale del centro di Boston usata per spedire diverse lettere sui due rapimenti e come fermoposta dal gruppo pedofilo Nambla (North American Man Boy Lover Association).

Mirella Gregori sparì a Roma, nel piazzale di Porta Pia, il 7 maggio del 1983. Aveva detto a sua madre che si sarebbe incontrata con degli amici, ma non è più tornata a casa. Emanuela Orlandi scomparve il 22 giugno dello stesso anno, dopo una lezione di flauto a Sant’Apollinare. Entrambe avevano 15 anni. Se i genitori della prima sono gestori di un bar vicino alla stazione Termini, il padre della seconda è messo pontificio di papa Wojtyla.

Ora spuntano, secondo Peronaci un timbro postale e un fermo posta, entrambi a Kenmore Station, nel centro di Boston. La stessa città coinvolta negli scandali dei preti pedofili nel 2002. Secondo Peronaci, “il timbro postale risale alle prime rivendicazioni dell’affaire Orlandi-Gregori, il fermo posta fu usato dall’associazione pedofila Nambla (North American Man Boy Lover Association) ed è emerso 19 anni dopo”.

Prima ancora, nel mistero descritto da Peronaci, ci sarebbe stata una telefonata arrivata il 5 luglio a casa del messo papale padre di Emanuela: una telefonata dal cosiddetto “Amerikano” che annuncia la liberazione di Emanuela se verrà scarcerato Ali Agca.

Sempre a luglio, secondo quanto racconta Peronaci, ci sarebbe stata una seconda telefonata ai genitori di Emanuela. E poi il silenzio. Fino al 4 settembre. “L‘Amerikano riappare e fa trovare una busta dentro un furgone Rai, contenente un messaggio a penna e uno spartito di Emanuela. Al bar dei Gregori, il 12, giunge una telefonata choc. Un anonimo elenca i vestiti indossati e la marca della biancheria intima di Mirella, che solo la madre conosce”.

Il 27 settembre arriva una nuova rivendicazione. Scrive Peronaci: “Richard Roth, corrispondente da Roma della Cbs, riceve una lettera che preannuncia ‘un episodio tecnico che rimorde la nostra coscienza’. Gli investigatori, scrive l’ Ansa il giorno dopo, sono sicuri: si tratta dei ‘veri rapitori di Emanuela’ o di ‘quelli che l’hanno tenuta prigioniera’. Sulla busta c’è il timbro di partenza: Kenmore”. Da una perizia grafologica risulta che i messaggi del 4 e del 27 settembre sono stati scritti dalla stessa persona.

Nel gennaio del 2002, scoppia lo scandalo dei preti pedofili a Boston. Scrive Peronaci: “Il cardinale Bernard Francis Law è accusato di aver coperto per molti anni sacerdoti pedofili della diocesi. Maggio 2002, si apre il processo: Law nella deposizione risponde a monosillabi, si scusa per aver controllato poco i ‘collaboratori’. 7 giugno 2002: fuori dal tribunale le mamme delle vittime (per lo più maschietti, ma non solo) protestano. E, dentro, l’interrogatorio è incalzante: ‘È emerso in una precedente deposizione – attacca il rappresentante dell’accusa – che 32 uomini e due ragazzi hanno formato il gruppo Nambla. Per contattarlo si può scrivere presso il Fag Rag, Box 331, Kenmore Station, Boston… Cardinale Law, ha inteso?’. ‘I do’, risponde l’arcivescovo. Sì, è vero. Il Fag Rag , che sta per Giornalaccio omosessuale, faceva quindi proseliti per conto del temutissimo sodalizio pedofilo degli States, proprio dalla stazione da cui partì la lettera su Emanuela”.