Esplosione Pescara, Alessio Di Giacomo morto per soccorrere il padre e lo zio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Luglio 2013 - 20:57 OLTRE 6 MESI FA
Esplosione Pescara, Alessio Di Giacomo morto per soccorrere il padre e lo zio

Esplosione Pescara, Alessio Di Giacomo morto per soccorrere il padre e lo zio

PESCARA – Alessio Di Giacomo, 20 anni appena, ai carabinieri sopraggiunti di corsa sul posto dell’esplosione aveva gridato: “Non avvicinatevi, è ancora rischioso“. Ma chi dispensa saggi consigli, si sa, non sempre riesce a seguirli: non quando sei costretto a fare una scelta di vita o di morte. E così Alessio, scampato alla prima deflagrazione, è corso di nuovo dentro il capannone, per tentare di soccorrere il padre Mauro e lo zio Federico. E’ morto così Alessio Di Giacomo, nella seconda esplosione del deposito di fuochi d’artificio vicino Pescara, a Villa Cipressi di Città Sant’Angelo.

Restano dispersi, anche se le possibilità di ritrovarli sono piuttosto scarse, Mauro Di Giacomo, 45 anni, titolare della fabbrica e padre di Alessio assieme al fratello Federico e a Roberto Di Giacomo, di cui al momento non si conosce il grado di parentela. Alessio, che li era andati a cercare, è sparito nel boato della seconda esplosione. Numerosi testimoni lo hanno visto scomparire in quell’inferno.

Anche la nonna era rimasta bloccata tra le fiamme, ma i soccorritori sono riusciti a trarla in salvo. La donna, 92 anni e malata di alzheimer, è uscita miracolosamente illesa dall’abitazione attigua alla fabbrica, ma non si sarebbe resa conto di nulla: la malattia l’ha preservata dal conoscere la tragicità dell’accaduto. Ora è nel reparto di Geriatria dell’ospedale San Massimo di Penne.

Tra gli altri superstiti della famiglia Di Giacomo, anche Gian Marco, fratello della vittima, e Giordano, che si è rifugiato nel bunker. Adriano è salvo per caso e ora si dispera: era andato in centro a Città Sant’Angelo per una visita medica. “Non avevamo operai – dice tra i singhiozzi – era un’azienda familiare la migliore d’Abruzzo”. Adriano non riesce a capacitarsi del perché dell’accaduto: “Avevamo rifatto tutto da capo, era tutto nuovo. Belle coperture, tutte coibentate, muri da 40 centimetri”.