Spending review in piccolo: a Fabriano all’asta l’unica auto blu

Pubblicato il 27 Luglio 2012 - 18:55| Aggiornato il 28 Luglio 2012 OLTRE 6 MESI FA

FABRIANO (ANCONA) – Spendig review, i Comuni provano a tagliare anche se a volte con scarsi risultati. L’unica ‘auto blu‘ di Fabriano, una vecchia Alfa 156, va all’asta una prima volta ma nessuno la compra. Si tenta il bis, tanto per racimolare qualche spicciolo. Basta forse questo a dare la dimensione della crisi in un comune fino a pochi anni fa fra i più ricchi del Centro Italia: Fabriano, patria degli elettrodomestici e della carta. Oggi,su 33 mila abitanti 2.300 sono disoccupati (il 17% della forza lavoro) e circa 900 cassintegrati. Dei 3.400 immigrati, molti uomini, perso il posto in fabbrica, hanno lasciato qui moglie e figli e sono andati a cercare fortuna altrove.

Una fotografia fra tante di questa Italia in affanno. Il bilancio di previsione è approdato giovedì in consiglio comunale, e fra spread in altalena e spending review da economia di guerra ti aspetti un sindaco arrabbiatissimo. Invece, preoccupato ma non depresso (”cosa dovrei fare, mettermi a strillare?”), alla guida di una giunta eletta a maggio in pieno ”ciclo negativo per la città e il Paese”, c’è Giancarlo Sagramola, ex vice presidente della Provincia di Ancona, Pd. Imu prima casa al minimo, esenzione per l’addizionale Irpef a 12 mila euro di reddito familiare, e una lotta senza tregua all’evasione, il sindaco è convinto che ”anche nel contesto di una crisi mondiale non ci si deve arrendere, e qualcosa di buono si può fare”.

O almeno provarci. Auto blu a parte – tutti al lavoro con mezzi privati, Sagramola con la sua Punto a metano – gli assessori si sono dimezzati i compensi a 500-700 euro, mentre il sindaco mantiene i suoi 1.900 euro mensili; reddito unico, ”più o meno quello che prendevo come dipendente comunale” (in Provincia la busta paga era di 3.800 euro). Risparmio complessivo stimato in costi della politica, circa 50 mila euro. Lo sforzo è poi recuperare fondi dai residui per cercare di ”tagliare il meno possibile” in servizi agli anziani e ai disabili, mentre l’Imu sulla seconda casa sale dal 7 al 9 per mille, e quella ”su banche, uffici e assicurazioni va alla quota massima”.

”Ottimizziamo le funzioni comunali per tenere giù l’imposizione, e tutelare anche i pensionati al minimo – spiega Sagramola – e vorremmo recuperare almeno un milione di tributi evasi: fra Tarsu, la tassa sui rifiuti (800 mila euro mancano all’appello da anni), vecchi conti Ici, multe stradali inevase ecc.”. Scelta difficile ma ”obbligata”, da quest’anno le rette di asili nido, scuolabus, mense scolastiche si dovranno versare in anticipo per poter usufruire del servizio. Ma il vero segnale negativo, secondo Sagramola è la contrazione della domanda, che ha spinto l’amministrazione comunale a chiudere un nido. ”Chi non ha più lavoro tiene i bambini a casa, e con un piatto di pasta risparmia i 2-3 euro della mensa. L’asilo però è un luogo di socializzazione, non è un bene farne a meno. Dovremo costruire una risposta alternativa, ottimizzando i servizi mensa”. Il leit-motiv è: ”in tempi di risorse calanti bisogna studiare soluzioni nuove”.