Finmeccanica sotto inchiesta, indagini su fondi neri all’estero

Pubblicato il 28 Maggio 2010 - 09:14 OLTRE 6 MESI FA

Le procura di Roma ha aperto un’inchiesta su Finmeccanica per la presunta costituzione di fondi neri, che il colosso italiano delle alte tecnologie avrebbe accantonato grazie all’attività di società collegate alla holding. Si tratta di un filone dell’indagine sul riciclaggio che alcuni mesi fa ha travolto Telecom Sparkle e Fastweb e ha portato in carcere, tra gli altri Gennaro Mokbel e l’ex senatore del Pdl Nicola Di Girolamo. Il sospetto dei magistrati è che dietro le diverse aziende usate per firmare contratti miliardari ci siano tangenti finite in mano a funzionari e politici per favorire gli accordi.

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera i carabinieri del Ros hanno effettuato perquisizioni nei giorni scorsi nella sede principale dell’azienda a Roma in via Tiburtina, dove hanno sequestrato numerosi documenti che riguardano appalti e forniture. Le verifiche investirebbero anche attività della Selex, la controllata di Finmeccanica di cui è amministratore delegato Marina Grossi, moglie del numero uno del colosso italiano Pier Francesco Guarguaglini. Altri atti sarebbero stati acquisiti anche presso la sede della Elsag Datamat – la consociata che ha ottenuto l’appalto per la gestione dei sistemi informatici durante il G8 che si è svolto a L’Aquila la scorsa estate – a riguardo di un’altra indagine, partita ad aprile, dalla procura di Napoli che riguarda un appalto per la videosorveglianza della Napoli-Salerno e che aveva portato anche a una perquisizione della sede centrale. “‘La societa’ sta fornendo la più ampia collaborazione alle indagini”, aveva commentato Finmeccanica in merito alle indagini in corso sugli appalti di Napoli. Le indagini sono condotte, oltre che dalle procure di Roma e Napoli, anche dai magistrati di Milano: nel mirino l’acquisto di una società di nome Digint.

Gli accertamenti sono cominciati un paio di mesi fa. Indagando sull’organizzazione criminale che fa capo a Gennaro Mokbel, gli investigatori hanno ascoltato alcune conversazioni che riguardano Finmeccanica. Mokbel affermava di essere stato a cena “con uno dei tre che comandano Finmeccanica”. “Lui però vive negli Usa, a Washington, è quello che ha firmato l’accordo da sei miliardi sugli aerei – dice- Finmeccanica fa gli aerei degli Stati Uniti”. In un’altra conversazione racconta di essere stato a cena con “il numero tre della terza industria militare del mondo e con due persone della Cia”.

Nei giorni successivi, Mokbel partecipa a un incontro dove c’è anche Lorenzo Cola, considerato vicino a Guarguaglini. Discute dell’acquisizione della Digint e si lamenta perché “abbiamo tirato fuori i soldi, ma non abbiamo visto uno straccio di contratto, non abbiamo visto il futuro”.

Successivamente i controlli vengono indirizzati alla Selex. Il sospetto è che l’azienda abbia pagato numerose forniture pur non avendo mai ottenuto le apparecchiature elencate nei contratti. Queste false fatturazioni, avrebbero consentito di accantonare denaro poi trasferito all’estero. L’accantonamento dei fondi sarebbe avvenuto attraverso l’acquisizione di società fantasma che servivano a giustificare la movimentazione dei soldi.

Fascicoli che riguardano Finmeccanica sono stati aperti dunque a Roma, Milano e Napoli. I magistrati napoletani procedono per associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta. L’ipotesi di reato dei giudici di Roma riguarda corruzione ed evasione fiscale. Una tesi che Finmeccanica smentisce ufficialmente quando “nega che siano mai stati costituiti fondi neri in Italia o all’estero”. Fonti vicine a Finmeccanica affermano di aver appreso degli ultimi sviluppi della vicenda dai giornali e di non avere per ora commenti da fare.