Fori imperiali a piedi, Roma vs Marino: “Pensi a periferie e traffico limitrofo”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Luglio 2013 - 12:41 OLTRE 6 MESI FA
Fori imperiali a piedi, Roma vs Marino: "Pensi a periferie e traffico limitrofo"

Roma, assemblea cittadina per illustrare progetto Fori Imperiali pedonali (Foto LaPresse)

ROMA – “Il 30 luglio i Fori imperiali diventeranno zona pedonale“. Ignazio Marino, neo sindaco di Roma, solo qualche giorno fa ha lanciato la sua iniziativa. Ma non tutti hanno gradito l’iniziativa, come dimostrano alcune interviste rilasciate a Il Messaggero. Luciano Canfora a Laura Larcan spiega che “è molto più importante occuparsi delle periferie romane che delle zone pedonali nel pieno centro”.

Per Vittorio Vidotto invece si tratta solo di “un’operazione dal forte contenuto demagogico, senza alcuna prospettiva”, non proprio una delle priorità tra i problemi della città di Roma. Critico anche Luciano De Crescenzo, che vive a 5 metri dai Fori imperiali, e che ribadisce come il traffico non ci sia mai stato e chiuderla significa creare disagi ad altre strade, magari caricando ancor di più la già satura e vicina via Merulana.

In un’intervista a Laura Larcan, lo storico Luciano Canfora spiega che sono almeno sette le motivazioni che fanno della chiusura dei Fori imperiali una cattiva idea:

“Il mio pensiero si articola per punti: sette, tanti quanti sono i colli di Roma. Punto primo, mi sembra più opportuno che ci si occupi delle periferie di Roma piuttosto che di pedonalizzazioni del centro. E soprattutto un sindaco, presumibilmente di sinistra, dovrebbe avere una tale sensibilità. Punto secondo, i problemi del traffico non si risolvono con iniziative estetizzanti, cioè che inseguono la bellezza. Così come non si risolvono con iniziative estemporanee che rischiano di fare impazzire la circolazione stradale con conseguenze imprevedibili. Punto terzo”.

Il punto quarto riguarda i tempi di percorrenza e il quinto le “ambizioni” di Marino, che viene paragonato a Matteo Renzi:

“Punto quinto, già ci bastano le bizze di Renzi col Ponte Vecchio a Firenze, non vorremmo quelle di Marino sui Fori Imperiali. Mi sembra tanto il desiderio di lasciare un segno nei secoli a venire”.

Secondo Canfora poi se l’obiettivo è meno smog e salvaguardare il Colosseo, far passare gli autobus non lo risolve e infine arriva il punto settimo:

“Il mio è un sommesso pensiero, ma un sindaco deve poter vantare una profonda conoscenza sociale della città. È una legittima ipotesi: gli amici di Marino possono dire che è una malignità, ma è una constatazione di fatto”.

Anche Vittorio Vidotto, storico e docente universitario, spiega a Maria Rosaria Spadaccino di essere contrario alla chiusura dei Fori imperiali e parla di “antifascismo urbanistico”:

“Mi sembra un’operazione dal forte contenuto demagogico, senza alcuna prospettiva. Ma davvero è questo il primo problema di Roma?”.

Vidotto poi spiega che l’idea di realizzare un grande parco archeologico all’interno della città rischia di restare un’utopia:

“se prima non si fa un serio piano del trasporto pubblico, se non si mette mano al piano pullman, se non si pensa alla realizzazione e conclusione della metropolitana che alleggerisca la necessità dell’auto privata per i romani”.

Senza contare che chiudere i Fori significa chiudere “l’unica grande strada dedicata ai grandi eventi”, senza contare che il vero problema di Roma è un altro:

“Sono favorevole alla pedonalizzazione, ma assolutamente contrario alla cancellazione dell’esistente. La verità è che il problema è la mancanza di coordinamento tra le esigenze di tutela archeologica e le esigenze dei cittadini”-

Ultima testimonianza è quella di un illustre residente, Luciano De Crescenzo, scrittore che da 40 anni vive a 5 metri dai Fori imperiali e che a Maria Lombardi in un’intervista spiega:

“Sono assolutamente contrario per varie ragioni. Tanto per cominciare qui il traffico non c’è e non c’è mai stato. Da quando ci vivo non ricordo, se non in rarissime occasioni, intasamenti o blocchi. È una strada libera, scorrevole. Chiuderla significa creare tanti, troppi disagi a chi vive nella zona e non solo a loro. Il traffico si sposterebbe da una strada all’altra, dai Fori alle vie intorno e sarebbe anche peggio”.

Poi vi sono le ragioni personali, scherza De Crescenzo:

“Dovrei chiedere agli amici che vengono a trovarmi di prendere il taxi. Mi dispiacerebbe troppo”.

Anche Nicoletta Romeo Nucara, residente dei Fori, spiega:

“Ma bisogna anche capire come predisporre un piano alternativo di viabilità che sia credibile e convincente, sinceramente ancora non lo vedo. Non basta andare in giro in bici e dire quanto è bella Roma”.

Insomma i Fori imperiali sarebbero salvi, ma la zona vicina di Colle Oppio diverrebbe un inferno, spiega la Lombardi che ha raccolto le testimonianze dei residenti:

“«Via Merulana non potrebbe reggere la mole di traffico che si riverserebbe lì. Senza contare che noi non avremmo nemmeno diritto al permesso della Ztl e ci ritroveremmo in seria difficoltà». «Ho visto il progetto della nuova viabilità – dice un altro condomino – e ho seri dubbi. Ci sarebbe un’eccessiva concentrazione di traffico in via Cavour e via Merulana»”.