Funivia Mottarone, manovratore pronto ad ammettere al gip: “Non pensavo che il cavo si rompesse”

di FIlippo Limoncelli
Pubblicato il 28 Maggio 2021 - 17:53 OLTRE 6 MESI FA
Funivia Mottarone manovratore

Funivia Mottarone, il manovratore pronto ad ammettere al gip: “Ho corso il rischio ma non pensavo che il cavo si rompesse” (foto ANSA)

Il responsabile del servizio della funivia del Mottarone è pronto ad ammettere davanti al gip di Verbania di aver disattivato il sistema frenante con la scelta dei forchettoni per evitare il blocco della cabina. “Ho corso il rischio ma l’ultima cosa al mondo che pensavo è che si potesse rompere il cavo traente”, avrebbe detto in carcere in un colloquio oggi col suo legale Marcello Perillo. “È pentito”, ha aggiunto il difensore preannunciando che chiederà i domiciliari. 

Aggiornamento ore 17:53.

Come scrivono i pm nella richiesta di custodia cautelare, contestando al solo manovratore anche il reato di falso, annotò il falso “nel registro giornale” parlando di “esito positivo dei controlli” sul funzionamento dei freni, sia il 22 che il 23 maggio, giorno della tragedia, malgrado avesse “sentito provenire dalla cabina un rumore-suono caratteristico riconducibile alla presumibile perdita di pressione del sistema frenante della cabina che si ripeteva ogni due-tre minuti”. 

Funivia Mottarone, la versione dei fatti del manovratore

L’uomo era diventato capo servizio dopo 40 anni di lavoro nella società che gestiva l’impianto. Come riporta La Stampa, era diventato responsabile del funzionamento della funivia. Durante l’interrogatorio con i carabinieri, ha dato la sua versione dei fatti.

“L’impianto idraulico dei freni d’emergenza aveva dei problemi, perdeva olio e le batterie si scaricavano continuamente. Dopo la riapertura del 26 aprile, avevamo già fatto due interventi. Ma non erano stati risolutivi. La funivia continuava a funzionare a singhiozzo. Il problema si ripresentava, serviva altra manutenzione”, ha raccontato durante l’interrogatorio. “Tenere i freni scollegati permetteva alla funivia di girare. Mai avremmo potuto immaginare che la cima traente si spezzasse”, ha proseguito dicendosi pentito. “Era in buone condizioni: non presentava segni di usura. Quello che è successo è un incidente che non capita neppure una volta su un milione”.

Per pm fermati pericolo per sicurezza pubblica

I tre fermati per la tragedia della funivia del Mottarone devono restare in carcere perché continuando a lavorare in questo settore potrebbero rimettere in pericolo la sicurezza pubblica e quindi reiterare il reato. Lo si evince dalla richiesta di custodia cautelare firmata dalla Procura di Verbania.