Gardaland: giostra negata a bimba down, ma lei ci era già salita un’ora prima. Come mai?

Pubblicato il 27 Agosto 2010 - 11:27 OLTRE 6 MESI FA

“Mi dispiace ma sua figlia non può salire su questa giostra perchè non è adatta ad una bimba disabile”. Così un addetto ad un’attrazione di Gardaland, il parco giochi più grande d’Italia, ha risposto a Aldo Aceto, il padre di una ragazza down. La giostra in questione è la monorotaia che fa il giro di una zona del parco, che sia vietata o meno a chi soffre della sindrome di down, la cosa strana è che un’ora prima la ragazza aveva già fatto un giro sulla stessa attrazione.

A questo punto il padre, sostituto procuratore a Pescara dal 1990 al 2008 e oggi giudice penale e del lavoro al tribunale di Larino, non ci sta e denuncia l’accaduto. “A mia figlia è stato impedito di salire perché down”, commenta Aceto.

Dopo la fila per salire a bordo, al magistrato è stato riferito che alcune persone, tra cui i disabili, non possono andare sul trenino: “Ma come fanno gli operatori a stabilire se una persona è cardiopatica o claustrofobica? Chiedono il certificato medico?” continua il giudice che è anche presidente di un’associazione a tutela delle persone affette dalla stessa sindrome della bambina, Pianeta Down. “Mia figlia – dice Aceto – è stata discriminata perché la sua patologia invalidante è visibile rispetto ad altre e questo è vergognoso”.

La responsabile, poi, ha riferito che la prassi prevede che gli accompagnatori di disabili debbano ricevere all’ingresso una brochure di colore verde che elencherebbe, nel percorso del parco, le strutture accessibili o non accessibili, non essendovi in prossimità delle attrazioni cartelloni di informazioni.

“A me non hanno dato nessuna brochure, sebbene i disabili abbiano un ingresso diverso dagli altri, e già questa è un’ingiustizia”, puntualizza Aceto, “nessuno ci ha detto nulla, il ticket è stato pagato regolarmente e il personale, essendo la struttura privata, dovrebbe limitarsi a dare indicazioni all’utenza, ma non può impedire a nessuno di salire o meno su una giostra”.

Oltre al danno, poi, anche la beffa. Uscendo dal parco, la famiglia ha chiesto che gli venisse fornita la famosa brochure di colore verde: in base a quanto c’è scritto, sulla Monorotaia la bambina sarebbe potuta salire.