Garlasco, Stasi a Libero: “Ho paura che non sia finita”

Pubblicato il 18 Dicembre 2009 - 09:45 OLTRE 6 MESI FA

Alberto Stasi

A caldo, subito dopo la sentenza di assoluzione per l’omicidio di Chiara Poggi, Alberto Stasi aveva parlato della «fine di un incubo». Qualche ora dopo, in un’intervista al quotidiano “Libero”, però riemergono le paure e Stasi afferma: «Ho paura che non sia finita».

«Questa non è la vittoria di nessuno, certo per me significa allontanare un incubo – racconta Stasi – L’incubo di una condanna per qualcosa di orribile e che non ho fatto, anche se so che potrebbe non essere finita».

«Chiara non c’è più – prosegue Alberto – e non so nemmeno se un giorno lei potrà avere giustizia, se i suoi genitori e il fratello potranno sapere chi è il colpevole. Qui non ci sono nè vinti nè vincitori. C’è Chiara uccisa. E ci sono io, innocente».

«Io ho cercato subito di collaborare con gli inquirenti – racconta  Stasi al quotidiano milanese – Ho detto tutto quello che ho visto e ho fatto la mattina in cui sono andato da Chiara, lei non rispondeva al telefono. Sono andato là e l’ho trovata, come ho sempre spiegato. Ero il primo a voler capire, credevo di poter essere utile agli inquirenti. Loro invece hanno preso di mira me. Sono diventato il loro obiettivo, non ci volevo credere».

Alberto ricorda anche la telefonata fatta al 118, nella quale gli è stata contestata freddezza e distacco. «Ero semplicemente terrorizzato e sconvolto per quello che avevo visto – spiega – Credo che non avrebbe fatto piacere a nessuno vedere quel che ho visto. Perfino i due carabinieri che sono entrati dopo di me, quando sono usciti erano sconvolti. Nemmeno loro si aspettavano di trovare quel che hanno trovato. E sono entrati dopo di me, insieme. Io ero solo e mai avrei immaginato una cosa del genere».