Condannati due giornalisti del Centro, FNSI: “Sorpresa e preoccupazione”

Pubblicato il 13 Maggio 2011 - 21:17 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Alla notizia della condanna di due giornalisti del “Centro” di Pescara, la Federazione Nazionale della Stampa italiana reagisce con questo comunicato che Blitz quotidiano riporta integralmente:

“Sorprende non poco e, anzi per certi versi sconvolge, la sentenza del Tribunale di Chieti che ha condannato a un anno di carcere senza condizionale due giornalisti, Walter Nerone e il collaboratore Claudio Lattanzio, e a otto mesi un ex direttore del giornale “Il Centro” di Pescara, Luigi Vicinanza, in una causa per diffamazione a mezzo stampa. Al di là del merito delle contestazioni poste a carico dei giornalisti, dopo una querela per diffamazione fatta dal Sindaco di Sulmona dell’epoca per alcuni articoli pubblicati nel 2007 dal quotidiano, appare incredibile una condanna senza condizionale, che se confermata nei successivi gradi di giudizio, implicherebbe lo sconto della pena in carcere”.

La nota dell’FNSI continua così: “L’augurio è che i colleghi possano in appello portare valide ragioni di difesa nel merito e soprattutto che sia rivista la qualità della pena che, nel caso di conferma, sarebbe un precedente pesante per qualsiasi giornalista. La Federazione della Stampa esprime perciò preoccupazione, pur nel rispetto pieno e nella fiducia del lavoro dei giudici che può dirsi veramente completo al termine di tutti i gradi di giudizio, ricordando che quello della diffamazione a mezzo stampa è un reato che richiede da tempo importanti correzioni legislative. Il Sindacato dei giornalisti infatti sta aprendo sportelli di tutela per le querele nei confronti dei giornalisti ritenendo, tra l’altro, che il reato di diffamazione a mezzo stampa debba essere rubricato come colposo e non doloso. Troppo spesso, inoltre, l’arma della querela – al di là dei casi che effettivamente comportano un processo e il pronunciamento dei giudici – viene utilizzata per tentare di fermare flussi di notizie di interesse pubblico. Nel caso specifico dei colleghi ora condannati in primo grado, l’auspicio è che la giustizia completi il suo corso con serenità e che, comunque, i giornalisti non subiscano la punizione del carcere”.