ROMA – Si chiamava Giuliano e ha deciso di chiamarsi Ibrahim. Studiava a Genova e ha deciso di andare a combattere (e a morire) in Siria. Ma cosa spinge uno studente di Genova di 23 anni non tanto e non solo a convertirsi all’Islam quanto ad abbracciare le armi e andare a combattere in un Paese di cui solo fino a qualche anno prima aveva a malapena sentito parlare?
Domanda le cui risposte sono forse nelle parole e nei post di Giuliano che sul web era particolarmente attivo proprio nel nome di Allah: su Youtube in diversi video legge i passi del Corano, il suo profilo Facebook è tutto un inno all’Islam militante, compresa una foto di Abd Allah Yusuf al-Azzam, il fondamentalista al quale si ispirò Osama bin Laden e al quale al Qaeda ha intitolato alcuni suoi gruppi. Quanto alla foto del profilo è il logo di Kavkaz Center, agenzia di informazione vicina ai fondamentalisti ceceni.
La svolta nella vita di Giuliano arriva nel 2008, a soli 18 anni. Fino a quel momento vive a Genova con il padre. Poi decide di abbracciare l’Islam. Via i vestiti occidentali, Giuliano sceglie il nome di Ibrahim, si fa crescere la barba e inizia a indossare lunghe tuniche, quelle dei sufi, ovvero in modo approssimativo i “mistici islamici”. Proprio per quelle tuniche particolari lo ricorda l’imam di Genova Salah Hussein. Perché Giuliano Ibrahim, a quanto pare, non era un frequentatore assiduo della moschea.
Impossibile, però, dubitare della fede di Giuliano. A Castelletto, il quartiere di Genova dove fino al 2010 ha vissuto con il padre, se lo ricordano proprio per vestiti e barba. Poi Giuliano Ibrahim torna in casa della madre, sempre a Genova, in piazza San Bernardo, nel Centro Storico. La sostanza non cambia: Giuliano è oramai Ibrahim. Su Youtube pubblica video dove recita parti del Corano e recensisce testi dedicati all’Islam.
Nel 2012 la nuova svolta: Ibrahim decide di andare a combattere per Allah. Sceglie la Siria e sceglie i ribelli che combattono contro il regime di Bashar Al Assad. Una scelta che lascia interdetto l’imam di Genova: “Quello degli islamici europei che vanno a combattere in Asia non è certo un fenomeno diffuso, neppure qui in Liguria, è una scelta forte, che fanno in pochi. Tanto più è difficile da fare nel caso della Siria, dove c’è molta confusione, non si capisce bene dove stia la verità e sembra che ci sia del marcio da entrambe le parti. Il mio augurio è che finisca al più presto questa guerra che ha già fatto tante vittime innocenti”.
Il resto è la cronaca di oggi. Il Giornale che pubblica la notizia di un jihadista italiano morto in Siria. Le conferme ufficiali che faticano ad arrivare anche se il particolare del passaporto italiano da cui si sarebbe risaliti all’identità lascia pochi dubbi. E infine i dettagli come quell’inchiesta a Genova. Tra gli indagati, per arruolamento con finalità di terrorismo, anche Giuliano Ibrahim.
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