MILANO – Condannato all’ergastolo Giuseppe Pellicanò, il pubblicitario arrestato per aver svitato il tubo del gas della cucina del suo appartamento provocando un’esplosione nella palazzina di via Brioschi a Milano nel giugno 2016 e uccidendo la sua ex compagna Micaela Masella, la coppia di vicini di casa marchigiani, Chiara Magnamassa e Riccardo Maglianesi, e ferendo gravemente le sue due bimbe. Lo ha deciso il gup Chiara Valori nel processo abbreviato.
Per Giuseppe Pellicanò la “strage” era diventata la “soluzione”, “l’unica via d’uscita per la sua disperazione”. E ciò dopo aver “tentato tutte le vie che si riusciva a prefigurare: l’accesso a numerosi professionisti, l’assunzione di farmaci, le progettualità di una vita diversa, il ricorso al conforto degli amici”.
Lo hanno scritto la professoressa di Criminologia Isabella Merzagora, lo psichiatra Franco Martelli e il neurologo Marco Zucconi nelle 49 pagine di perizia depositate, in fase di indagini e con la formula dell’incidente probatorio, nelle quali hanno accertato che l’uomo aveva al momento dei fatti un vizio parziale di mente a causa, in particolare, di una forma di “depressione”. Vizio che non è stato riconosciuto e non ha portato dunque all’attenuazione della pena.
Nella perizia, che era stata richiesta dal pm Elio Ramondini e disposta dal gip Giusi Barbara, si legge tra l’altro, che “la capacità di intendere e di volere” dell’uomo “al momento del fatto era, per infermità, grandemente scemata”. Per i periti, tra l’altro, il pubblicitario, comunque in grado di “partecipare coscientemente al procedimento”, è anche “persona socialmente pericolosa”. La “documentata e indubbia condizione depressiva del Pellicanò” ha avuto “un ruolo in quanto da egli compiuto” e “senza di essa egli non avrebbe commesso i fatti”.
Il pubblicitario, tra l’altro, ha già confessato davanti al gip di aver aperto il gas in cucina causando l’esplosione nella palazzina di via Brioschi. Difeso dai legali Giorgio Perroni e Francesco Giovannini, nel suo interrogatorio l’uomo aveva spiegato di ricordare solo per fotogrammi quanto aveva fatto, anche a causa degli “psicofarmaci” contro ansia e insonnia che prendeva abitualmente dopo la separazione dalla compagna, Micaela Masella. Pellicanò continuava comunque a vivere nella casa con lei e le due bambine di 7 e 11 anni.