TRANI – “Pronto carabinieri, correte. Si sente gridare”. Così alcuni passanti, allarmati dalle urla strazianti, provenienti dall’interno del monastero di Santa Maria di Colonna a Trani, hanno temuto il peggio. Credevano ci fosse un’intrusione o forse che qualcuno fosse rimasto intrappolato. E sono corsi a cercare aiuto. Poi la scoperta: tra quelle mura si stava svolgendo un esorcismo.
A risolvere il giallo è stata una pattuglia dei carabinieri, intervenuta sul posto subito dopo le segnalazioni. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno a celebrare il rito c’era don Mimmo Capone, 78 anni, unico esorcista in carica della diocesi di Trani. A lui si era rivolta una ragazza che gli aveva chiesto di aiutarla a liberare il suo corpo “posseduto dal demonio”.
Come spiega la Gazzetta:
Nella Chiesa cattolica l’esorcismo è praticabile solo dal vescovo, ovvero da un sacerdote che abbia ottenuto il relativo mandato dal proprio vescovo. Ed è proprio il caso del ministro del culto che stava praticando il rito nella chiesa di Colonna: don Mimmo Capone, 78 anni, unico esorcista in carica della diocesi di Trani, cui da tempo il presule, Giovan Battista Pichierri, ha affidato la delega con la facoltà di eleggere la chiesa nella quale somministrare il rito.
Non vi è una statistica consolidata circa i casi di esorcismo trattati in diocesi negli ultimi anni. Quel che è certo è che la materia richiede che il sacerdote vi dedichi molto del suo tempo. Don Capone è ora in pensione, ma nella sua lunga carriera ha svolto numerosi incontri con persone presuntamente possedute e con i loro familiari.
In questo processo non possono mancare indagini per escludere che a provocare i disturbi siano fattori psichiatrici. Ma non sempre le cose vanno così e così ieri, a Trani, si è arrivati a tenere un rito esorcista in piena regola, ma con circostanze che, involontariamente, l’hanno reso pubblico.
Per la cronaca la ragazza, da lì a poco uscita dal santuario, è apparsa provata dal punto di vista fisico, ma con un volto rasserenato che lasciava intendere che avesse superato le criticità per le quali si era rivolta al sacerdote.