ROMA – Ci sono i pompieri di Messina, sempre nel posto giusto al momento giusto, pronti a spegnere roghi fasulli da loro stessi appiccati per guadagnare i 10 euro stabiliti per i volontari. Ci sono i barbecue sul Gran Sasso e in Liguria che hanno originato incendi di proporzioni devastanti. C’è la malavita di Ostia: fiamme accese per intimorire, per costringere prostitute e transessuali a rivolgersi al gruppo di magnaccia che da tempo gestisce il business del sess0 nella pineta di Castel Fusano, devastata per più di 200 ettari dalle fiamme. Sarà grigliata, sarà racket, saranno soldi: sui fuochi c’è sempre la mano dell’uomo. Per lo meno nel nostro paese.
Con 371 roghi, l’Italia, nell’estate 2017, si è aggiudicata l’infelice primato di paese europeo con più numero di incendi boschivi, e con 72.039 ettari andati in fumo è seconda solo al Portogallo (115.323 ettari) per estensione bruciata. Emerge da una mappa aggiornata al 27 luglio, del Centro di coordinamento per la risposta all’emergenza della Commissione europea. In Spagna gli incendi sono stati 43, per 19.666 ettari inceneriti, mentre in Francia 22 per 9.585 ettari bruciati. E gli ultimi aggiornamenti non fanno che descrivere un’emergenza in aumento: una nuova mappa del 4 agosto fa salire gli ettari bruciati in Portogallo a 139.183 e quelli in Italia a 82.649.
Puntualmente, complice il caldo secco e asfissiante di Lucifero, l’uomo ci ha messo il suo zampino più o meno consapevolmente e colpevolmente.
A Messina, quando hanno capito di essere stati scoperti era ormai troppo tardi. “Loro sanno tutto, sanno che abbiamo dato fuoco”, dicevano non sapendo di essere intercettati, ma certi che il gioco ormai fosse finito. A insospettire i superiori sono stati i record di operazioni compiute da una squadra di volontari dei vigili del fuoco di Ragusa. Decine di interventi: i 15 pompieri ausiliari sono finiti sotto inchiesta per truffa. Per 14 di loro è scattata solo la denuncia. Il caposquadra, invece, è stato messo ai domiciliari. Il gruppo era in servizio nel distaccamento di Santa Croce Camerina.
Per oltre due anni i 15 ausiliari, tutti della stessa squadra, avrebbero pianificato incendi veri e segnalato roghi falsi. Nel distaccamento dei Vigili del fuoco di Santa Croce Camerina (Ragusa) prestavano servizio, suddivisi in 4 turni, decine di volontari e tra gli altri i 15 indagati, tutti della stessa squadra. Per legge le indennità spettano solo in caso di interventi; nessun rimborso a chi resta in caserma.
Sul Gran Sasso invece l’incuria dell’uomo ha prodotto danni ambientali gravissimi. Un parco nazionale distrutto e una comunità, il territorio comunale di Farindola, già devastata dalla valanga che distrusse l’hotel Rigopiano e uccise 29 persone. Tutto per colpa di una grigliata che dalla piana di Campo Imperatore, complici il vento ed il caldo, ha originato fiamme altissime che hanno scavalcato la montagna avvicinandosi al monte Siella, proprio da dove si distaccò la valanga del 18 gennaio.
Lo stesso è accaduto sul Monte Gazzo a Genova, dove sono stati denunciati a piede libero sei cittadini romeni che stavano passando la domenica in una vicina area pic-nic. La grigliata gli è sfuggita di mano.
L’avidità, l’incuria e infine la malavita. A Ostia la formula tipica del racket ha prodotto altri incendi dolosi. Sono almeno quattro i soggetti coinvolti che avevano compiti specifici: i coordinatori, il cassiere e c’era persino l’autista. Tre di loro sono finiti in manette, dopo essere stati fermati in flagranza per incendio boschivo.
È con l’arresto di Romano Mancini, 63 anni, che scatta l’inchiesta sul racket. Lo hanno arrestato mentre appiccava un rogo all’interno della baracca appena usata da una lucciola. Mancini è legato a M. F. che, per gli investigatori, sarebbe il dominus dell’organizzazione. Entrambi hanno contatti anche con Marson e con Ali Kalel. Il primo aveva il compito di trasportare le lucciole a bordo di una Fiat Uno e di realizzare le alcove. Il secondo, invece, sarebbe il cassiere, che riscuoteva i compensi.