Ilva, la Procura boccia il piano. Clini: “Tocca a me decidere”

Pubblicato il 21 Settembre 2012 - 15:08 OLTRE 6 MESI FA
(Foto Lapresse)

TARANTO – Dopo la bocciatura dei custodi giudiziari arriva anche quello della Procura sul piano di interventi da 400 milioni presentato dall’Ilva. Il no dei custodi era arrivato perché le misure erano sembrate inadeguate ad abbattere le emissioni inquinanti.

Il procuratore ha però anche precisato che il suo è un parere “obbligatorio ma non vincolante. La decisione spetta al giudice per le indagini preliminari, e “se poi la decisione non dovesse essere condivisa da una delle parti processuali ci sono gli strumenti dati dal codice per intervenire”. Cioè si può fare appello.

E mentre la Procura dice no, sindacati e lavoratori protestano. Circa 300 lavoratori degli impianti dell’area a caldo hanno scioperato e manifestato all’esterno della direzione dell’Ilva, secondo fonti sindacali. Protestano contro la decisione, smentita, dell’azienda di spegnere le luci e a interrompere l’erogazione dell’acqua nei reparti sequestrati.

Secondo l’Ilva, infatti, non è stata presa nessuna iniziativa per la fermata degli impianti. Attualmente l’azienda starebbe producendo, secondo gli ultimi dati del presidente Bruno Ferrante, 22.000 tonnellate di ghisa al giorno. Ma dovrebbe essere imminente una ‘frenata’ per assecondare le disposizioni impartite dai custodi giudiziari il 17 settembre scorso, cioè lo stop dell’altoforno 1 e delle batterie coke 5 e 6. Per fermare l’altoforno occorreranno circa tre mesi. Per fermare i forni delle batterie circa 15 giorni.

Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, sottolinea:  ”L’autorizzazione che consente all’Ilva l’esercizio degli impianti compete al ministero dell’Ambiente. Rilascerò entro fine mese l’Autorizzazione ambientale integrata e l’azienda sarà tenuta a rispettarla. Nel caso in cui si creasse un conflitto o una divergenza credo dovrà essere assolutamente risolto secondo quanto prescritto dalla legge. Io so qual è il mio compito e conosco quelli della magistratura”.

Clini è tornato anche sulla questione dei dati su salute e inquinamento, su cui nei giorni scorsi si è scontrato con il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli: ”Il trend ambientale dell’area è in miglioramento. I dati sulla mortalità sono nella storia della salute della popolazione dei decenni passati; un’eredità di malattie e tumori riferibili a vecchie produzioni”. La diossina è ”centinaia di volte inferiore” rispetto al 2008, i livelli di benzoapirene sono superati ”solo nel 10% delle centraline, prima nel 50%. Prevedo interventi molto significativi per ridurre le emissioni”.

Il segretario nazionale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, ha spiegato: “C’è fermento in fabbrica, c’è molta agitazione. Qualcuno vorrebbe che i lavoratori lasciassero i reparti per andare a protestare. Noi siamo completamente estranei a una iniziativa di questo genere. Siamo un’organizzazione sindacale che usa buon senso e cervello anche quando lotta”.

Anche Donato Stefanelli, segretario provinciale della Fiom Cgil, dice: “In azienda c’è molta agitazione. I capi stanno istigando alla rivolta contro la magistratura e i sindacati stanno dicendo cosa fare. Come Fiom riteniamo che si debbano fare quanto prima assemblee con tutti i lavoratori per far partire la vertenza nei confronti dell’Ilva, che deve smetterla con il gioco d’azzardo che sta facendo, con questa guerriglia giudiziaria che non ci interessa, e deve cacciare fuori i soldi per fare un vero piano di risanamento”.