Impiccata a 25 anni in un casolare: arrestato il fidanzato e un amico per aver inscenato un suicidio

Accade a Ramacca, provincia di Catania. La giovane Vera Schiopu aveva 25 anni ed era di origini moldave. Arrestati due rumeni di 31 e 33 anni. Si tratta del fidanzato e di un amico di quest'ultimo.

di redazione Blitz
Pubblicato il 21 Agosto 2023 - 09:16 OLTRE 6 MESI FA
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Vera Schiopu (foto Ansa)

Impiccata a 25 anni in un casolare. Vera Schiopu è stata trovata morta così in una casa di campagna a Ramacca, provincia di Catania. Si è pensato ad un suicidio, poi è emerso che era una messa in scena per nascondere un femminicidio. E’ l’accusa contestata a due romeni, un 31enne e un 33enne, fermati dai Carabinieri per concorso in omicidio per la morte della ragazza di 25 anni che era di origini moldave. 

Impiccata a 25 anni in un casolare, finto suicidio per nascondere un femminicidio 

Il corpo, scoperto nella serata di sabato, era in un casolare semi diroccato e isolato accanto a quello in cui la donna viveva. Secondo le indagini dei Carabinieri non sarebbe stato un suicidio, ma appunto una simulazione messa in atto dal fidanzato, un manovale romeno, e da un suo amico e connazionale. I due sono stati fermati dalla Procura di Caltagirone. Le indagini dei militari dell’Arma sono state avviate dopo che il fidanzato della 25enne ha chiamato il 112 per segnalare che la donna si era tolta la vita.

I due uomini fermati sono accusati di concorso in omicidio. Non è chiaro il ruolo contestato a ciascuno degli indagati e quale siano i particolari che abbiano indotto i Carabinieri a ritenere il suicidio della donna una messa in scena per coprire un delitto. 

Finto suicidio, escoriazioni sul corpo della 25enne

Ci sono alcuni elementi emersi dalle testimonianze dei due indagati che non tornano. Ci sono poi la presenza di escoriazioni sul corpo della 25enne incompatibili con il suicidio. Sono questi gli elementi che hanno fatto scattare i fermi poche ore dopo la scoperta del corpo della donna. Sarà ora l’autopsia a fare chiarezza sulle cause del decesso.

Le indagini dei Carabinieri hanno invece fatto emergere delle incongruenze nella ricostruzione dei fatti e sulla dinamica di quello che era stato denunciato come un suicidio, ma che sarebbe stato invece un femminicidio.

Resta però il “giallo” del movente. Per questo i Carabinieri stanno cercando di ricostruire le personalità e le frequentazioni della donna e dei due uomini fermati e scandagliando anche il mondo dei social per trovare eventuali elementi utili alle indagini.

I due fermati si proclamano innocenti

I due indagati fermati avrebbero respinto ogni accusa, proclamandosi innocenti. Della vittima si sa poco: non è stato ancora chiarita il motivo della sua presenza nelle campagne di Ramacca, se fosse legata a motivi di lavoro o ad altro. Scarse le testimonianze esterne perché la zona è isolata e non sono emersi rapporti personali con altre persone nell’area. Non risultano precedenti denunce o segnalazioni di liti tra la donna e il suo fidanzato. 

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