Claudio Campiti viveva “sotto i livelli minimi”, ha riferito il sindaco di Ascrea, il comune che con Rocca Sinibalda (provincia di Rieti) delimita i confini del Consorzio Valle Verde.
La “casa” di Claudio Campiti a Rocca Sinibalda
Qui c’è la casa del pluriomicida, la casa oggetto della disputa con i condomini di cui ha fatto strage durante l’assemblea dei soci del Consorzio a Fidene, settanta km a ovest, a Roma insomma.
La casa è un manufatto mai terminato. A questo si riferisce il sindaco. Livelli minimi se non inesistenti. E’ un rudere.
Il tugurio dove abita Campiti non è mai stato una casa. Una perlustrazione in loco (Maria Egizia Fiaschetti per il Corriere della Sera) ci mostra lo scheletro di un edificio, una villetta mai completata, del tutto priva dei servizi e degli allacciamenti necessari a un’esistenza se non confortevole almeno civile.
Lo striscione di benvenuto: “Consorzio Raus”
Spicca un enorme striscione rosso con scritta nera: “Consorzio Raus“. Un alloggio di fortuna quello di Rocca Sinibalda, la testimonianza di un progetto edilizio abortito a metà. Dal poggio sulle colline reatine si domina il lago di Turano. Paesaggio solitario e magari ameno, ma non in queste ore. Tutt’intorno i resti di una quasi vita: una Lancia Thesis col lunotto sfondato, taniche d’acqua, cibo per gatti sparso qui e là, una carriola. Il sentimento dominante di un degrado irredimibile.
Video del Corriere della Sera postato su Yuotube